Don Ziglio e casa di riposo, presidenza unica per la fusione
Si è insediato giovedì scorso il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Azienda pubblica di Servizi alla Persona «Centro don Ziglio» di Levico Terme; nominato in agosto dall’assessore provinciale Luca Zeni, vede nel ruolo di presidente Martina dell’Antonio, che ricopre la stessa carica anche presso l’Apsp «San Valentino».
Le due aziende, sebbene molto differenti tra loro per clientela e necessità, sono accomunate dalla cura della persona e dall’attenzione verso le esigenze del territorio nel quale operano; implicita nel mandato di Dell’Antonio forse una futura fusione tra le strutture levicensi, da tempo ragionata dalla Casa di Riposo. «Parlare di fusione sì, fusione no, è riduttivo - ci ha detto la presidente -: prima si deve valutarne la possibilità e ci sono alcuni passi fondamentali da verificare, anche perché si andrebbe a formare un ente dalla struttura unica in tutto il Trentino».
L’ipotesi di fusione però non implica la perdita di identità delle due realtà, che «vanno valorizzate come due enti che hanno una funzione diversa sul territorio, ma agiscono nella stessa zona e sul medesimo bacino di utenza. Sono in Cda del Centro Don Ziglio da poco, e il primo passo per trovare soluzioni ottimali è capire il funzionamento dell’azienda e quindi gli utenti, le problematiche e le famiglie ma soprattutto gli operatori, che conoscono bene l’ambiente; ogni contributo è ben accetto».
Più che alla burocrazia quindi l’importanza va alle famiglie, che decretano il target di entrambe le aziende indicandone la qualità e richiedono un continuo miglioramento per avere un servizio ottimale. Per il momento quindi la fusione è ancora lontana, ma «l’idea è quella di seguire le direttive della Provincia in merito per valorizzare i servizi presenti sul territorio aiutando anche le famiglie che hanno bisogno di supporto a casa, grazie al contributo di cooperative e assistenti sociali - ci ha precisato la presidente Dell’Antonio, aggiungendo che - l’obiettivo è quello di creare un sistema che possa funzionare adesso come tra venti o trent’anni, con una visione complessiva e d’insieme delle necessità zona».
Dialogo aperto quindi sia con la Pat e l’assessore Luca Zeni, sia con i consiglieri provinciali del territorio, il sindaco Michele Sartori e l’assessore comunale competente: «L’importante è prevenire situazioni, tendenze o problemi futuri in modo da pianificare anticipatamente le azioni opportune - ha ribadito - per arrivare al momento della fusione con un nostro progetto, con precisi passaggi da seguire che risponda alle nostre necessità. È fondamentale iniziare a ragionarci perché la fusione non sia un qualcosa di imposto dall’alto ma una decisione ponderata con un progetto ben definito».
A piccoli passi si procede verso l’obiettivo fusione dove la soluzione ottimale sarebbe la creazione di un’unica azienda con due rami: il Centro Don Ziglio non diventerà, come si dice, la seconda casa di riposo ma l’idea è mantenerle e migliorarle entrambe.