«Acciaieria strategica» Rebrab: affitto triennale
Visto il «profondo rosso» dell’Acciaieria Valsugana, c’è chi a Borgo ha iniziato a sperare in uno smantellamento dell’impianto siderurgico, che è stato al centro di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Trento e che spaventa quando si parla di inquinamento ambientale e di impatto paesaggistico.
A raffreddare gli animi di chi da tempo conduce la battaglia ambientalista per la difesa del territorio ci ha pensato Issad Rebrab, patron del gruppo algerino Cevital, che da Parigi conferma il proprio interesse all’acquisizione della Leali Steel, l’azienda del gruppo Klesch a cui fa capo la fonderia di Borgo Valsugana.
Ci sperano i 106 lavoratori che stanno passando un inverno con le paghe a singhiozzo.
In un’intervista al Sole 24 Ore, Rebrab rassicura anche il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, la Regione Toscana, i sindacati sugli impegni presi per la ex Lucchini di Piombino. E conferma che lo stabilimento sarebbe importante proprio come fornitore di semilavorati a Piombino.
«Noi abbiamo presentato un’offerta di affitto per tre anni, aspettiamo una risposta entro fine mese» ha dichiarato.
Calenda ha scritto a Rebrab una lettera in cui chiede conto degli impegni e dei ritardi su Piombino. Emerge, al tempo stesso, che la Leali Steel, che ha chiesto il concordato con riserva, ha chiuso il 2016 con una perdita record di 21 milioni di euro, ha fermato la produzione e paga i 106 dipendenti a singhiozzo.
Rebrab nell’intervista parla prima di tutto di Piombino. «La ripresa richiede tempo. Bisogna riconquistare la clientela, ricostruire la rete commerciale, ridare una prospettiva. Inoltre siamo costretti a comprare i semilavorati perché l’area a caldo non c’è più».
Per quanto riguarda gli investimenti, nuovo forno elettrico e nuovo laminatoio, «ad aprile abbiamo firmato il contratto da 200 milioni con Sms Siemag. Per la consegna servono 28 mesi». Per far partire i lavori ci vogliono ancora tempo e garanzie sui crediti.
Rebrab sottolinea che il suo obiettivo non è solo la siderurgia.
«Ci interessa il porto di Piombino» a ridosso del quale costruire un complesso agroindustriale, che è uno dei rami più importanti in cui opera il gruppo algerino.
E l’obiettivo Leali Steel? «La società - spiega Rebrab - ha un forno (quello di Borgo Valsugana) che attualmente lavora al 30% delle sue capacità. Al 100% è in grado di alimentare sia il laminatoio di Leali a Odolo sia uno dei tre laminatoi di Piombino. Risolvendoci qualche problema di fornitura di semilavorati. Noi abbiamo presentato un’offerta di affitto per tre anni, aspettiamo una risposta entro fine mese». Per Rebrab, quindi, tocca a Klesch decidere.