La storia dei cappellani militari

Le testimonianze, le parole e le vicende storiche di quattro cappellani militari impegnati nella tragica “Campagna di Russia”. Tutto ciò si potrà rivivere nella serata prevista per venerdì 22 settembre alle 20.30 teatro dell’oratorio di Baselga, grazie all’intervento di Domenico Morandi coordinatore del “Gruppo di ricerca dei Caduti e Dispersi in Russia” e al contributo della parrocchia e del comune di Baselga.

Attraverso la lettura di alcune lettere e brani di diari e biografie verranno così ricordate le figure di monsignor Enelio Franzoni, noto cappellano della Divisione Pasubio, che presto la sua opera di aiuto, vicinanza, assistenza e conforto a coloro che erano richiusi nei campi di prigionia e indipendentemente dalla loro nazionalità, ed ha quindi collaborato attivamente con il “Gruppo di ricerca dei caduti e dispersi in Russia” negli anni 80 e 90. Attraverso la lettura di alcune pagine del suo libro “La croce sul petto” verrà ricordato anche monsignor Natale Traversa (don Lino), cappellano dell'80° Regimento Fanteria, che al momento della partenza per la Campagna di Russia era di stanza a Mantova.

Due i cappellani caduti sul fronte russo che verranno commemorati e ricordati venerdì a Baselga don Giovanni Mazzoni, Cappellano del 3° Regimento Bersaglieri, caduto sul fronte russo il 26 dicembre 1941 mentre prestava soccorso ai feriti nella battaglia di Natale e decorato con la medaglia d’oro al valor militare anche nella prima guerra mondiale. Vivo anche il ricordo di Padre Leone (don Attilio Casagranda nella foto), nato a Brusago e caduto nel campo di prigionia di Uciostoje.

A Lui è stata dedicata la biblioteca di Bedollo, ricordando la figura nel 2010 con una apposita cerimonia alla presenza del tenete Carlo Vicentini, uno dei sei sopravvissuti del battaglione Monte Cervino in cui Padre Leone era stato cappellano. Saranno letti anche dei brani di Padre Giovanni Brevi, cappellano del Val Cismon (Julia), uno degli ultimi 28 prigionieri che i Sovietici liberarono solo nel 1954, e che ha scritto il libro “Ricordi di prigionia - Russia 1942-1954”, ricordando anche il cappellano militare ed educatore don Gnocchi, la medaglia d’oro don Stefano Oberto, che hanno lasciato memorie indimenticabili di quella tragica pagina di guerra.

“Le vicende dei cappellani militari è un tema molto importante e sino ad ora trascurato della Campagna di Russia -spiega Domenico Morandi – con la loro umiltà e riservatezza di sacerdoti hanno garantito una preziosa presenza e servizio di molti militari e prigionieri, una testimonianza che va ricordata e fare memoria”.

 

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