Ippovia in crisi per le canalette

di Massimo Dalledonne

Più di 400 chilometri di sentieri, in gran parte su strade forestali. È la rete dell’Ippovia del Trentino Orientale, una realtà del turismo equestre nella zona del Lagorai che non sta attraversando un bel momento. «Quest’anno abbiamo avuto pochissime prenotazioni, ci sono sempre meno passaggi».

Sergio Cappello è il presidente dell’Associazione Turismo Equestre del Trentino Orientale. Nata oltre una decina di anni fa, la rete dell’Ippovia attraversa la catena del Lagorai con 13 punti tappe e ben 4 varianti del percorso. «Ora, però, bisogna cambiare passo e stiamo lavorando per riuscire a ridare slancio a questa bellissima realtà».
Ma c’è un piccolo grande problema da risolvere: la presenza massiccia sulle strade forestali di canalette molto pericolose per cavalli e cavalieri. Della questione, recentemente, se ne è occupato anche il consiglio provinciale.
«Ci fa piacere, visto che a maggio, su richiesta del Servizio Foreste e Fauna, abbiamo presentato una relazione, assieme ad altre associazioni del settore, per dare i nostri suggerimenti e proposte su come affrontare il problema».

In passato, anche pochi mesi fa, è capitato di dover soccorrere animali feriti o cavalieri caduti a causa degli zoccoli dei cavalli incastrati nelle canalette forestali. «Secondo noi, per evitare l’azzoppamento dell’animale, la soluzione migliore - ricorda il presidente - sarebbe quella scelta dalla Magnifica Comunità di Fiemme che ha posizionato delle canalette in ferro modello HEA 140. O, in alternativa, optare per una soluzione in legno con una doppia canaletta, 7,5 centimetri per due, in modo tale da impedire l’incastro dello zoccolo». Degli oltre 400 chilometri, solo 60 (quelli presenti in Vigolana) oggi sono in sicurezza per gli appassionati equestri.
Tutti gli altri sono a rischio. Con il vicepresidente Mattia Marcon, Cappello ne ha parlato, sia formalmente che informalmente, con sindaci ed amministratori.
Finora, però, con scarsi risultati. «Basta vedere le recensioni che ci sono in rete per capire come oggi - ricorda Marcon - gli appassionati del settore preferiscano altri circuiti rispetto al nostro. Abbiamo belle strutture, bellissimi sentieri ma non riusciamo a sfruttare appieno le nostre potenzialità».

La politica trentina si sta muovendo. Non solo in Consiglio Provinciale, anche l’assessore Michele Dallapiccola ha preso a cuore il problema per incentivare, in futuro, l’uso di canalette in legno, se possibile costruite da artigiani locali. «Siamo consapevoli che il problema non può essere risolto dall’oggi al domani - incalzano Cappello e Marcon - ma la nostra speranza è che in futuro, quando si dovranno sostituire quelle esistenti, si tenga conto di quanto proposto anche dalle associazioni del nostro settore».
I soci dell’Ippovia del Trentino Orientale ci credono, quanto meno che si possa mettere mano a quelle strade forestali interessate dal circuito che si estende dalla Panarotta al Passo Rolle attraversando la Valsugana, il Primiero, il Pinetano, la Valle dei Mocheni e l’altopiano della Vigolana.
«Per il futuro non restiamo con le mani in mano. Stiamo pensando ad una serie di iniziative - conclude il presidente Cappello - per sistemare i collegamenti esistenti sul percorso, nuovi punti tappa ed alcuni lavori di manutenzione straordinaria. Perché non estendere, magari con altri 100 chilometri, la nostra area di competenza ben oltre alla zona di Lavarone e Folgaria?».