Polveri inquinanti a Mezzano, ricerca nei cassetti da 3 anni
È frequente, nelle giornate di bel tempo invernale, notare una cappa grigia sopra i paesi di Mezzano ed Imer. Quando questa si forma, si inala un forte odore che permane nelle narici. Un problema annoso, tanto che nel 2014 la Provincia fece una campagna di rilevamento. I risultati furono allarmanti per la presenza di «polveri sottili» ben oltre il livello di guardia. Però la «conferenza informativa» che la Comunità di Valle aveva promesso «entro il febbraio 2015» non è mai stata fatta e i dati sono ben nascosti in qualche cassetto.
Il mese scorso si è nuovamente interessato al problema primierotto il consigliere provinciale M5S Filippo Degasperi: in una interrogazione spiega che «la pericolosa condizione» sarebbe prodotta prevalentemente dalle stufe a legna e dalle termo-caldaie, che come residuo di scarto della combustione, producono le pericolose PM10.
Nell’interrogazione presentata in Consiglio provinciale a dicembre (numero 5451), Degasperi chiede tra le varie, a quando risalgano le rilevazioni della PM10 e quali siano stati gli esiti. Avrebbe dovuto rispondere il presidente della Provincia Ugo Rossi in persona, entro il 17 gennaio, ma ad oggi, nessuna nuova.
A Degasperi sarebbe bastato andare a ritroso: gli ultimi dati disponibili risalgono al 2015, raccolti dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (Appa), durante l’indagine ambientale sulla qualità dell’aria condotta a Mezzano dal 1° maggio 2013 al 30 aprile 2014. La campagna di rilevamento è stata eseguita utilizzando una stazione mobile in prossimità del cimitero, in grado di rilevare gli inquinanti presenti in maniera diffusa nell’aria e a livello del suolo.
Per quanto riguarda gli inquinanti monitorati (biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, monossido di carbonio e piombo), per nessuno di essi i valori registrati sono risultati superiori ai limiti o ai valori obiettivo. Dai dati però appare subito evidente come la maggiore criticità sia legata alla presenza di benzo(a)pirene, con un valore di media annuale pari a 4,5 ng/m3 a fronte di un valore obiettivo di 1 ng/m3.
Per quanto riguarda le concentrazioni di particolato fine PM10, si osserva che sono stati registrati 31 sforamenti del limite di media giornaliera (circa il doppio rispetto a quanto registrato contemporaneamente nella stazione di Borgo Valsugana) e, più in generale, in numero superiore rispetto alle altre stazioni della rete provinciale; il valore massimo di media giornaliera è risultato pari a 109 microgrammi al metro cubo (1 febbraio 2014) su un limite di 50; l’andamento giornaliero delle concentrazioni presenta un picco al mattino ed uno pomeridiano-serale, con picchi maggiori nel periodo invernale, e nel fine settimana.
Di buono c’è che in base al confronto tra i valori registrati a Mezzano e presso le stazioni di monitoraggio della rete fissa, il limite normativo previsto per la media annuale risulta rispettato, in linea con quanto registrato nelle stazioni di monitoraggio della rete provinciale. Ma certo d’inverno si è al doppio di concentrazioni rispetto al limite.
Non va bene neanche il dato degli idrocarburi volatili: la concentrazione media di benzo(a)pirene registrata, pari a 4,5 ng/m3, risulta superiore al valore obiettivo e pari a circa 4,5 volte il valore misurato nello stesso periodo presso la stazione di monitoraggio di Trento Parco S. Chiara. Appare pertanto evidente che gli inquinanti più rilevanti presso il sito di Mezzano risultano essere il particolato sottile PM10 ed il benzo(a)pirene.
L’analisi dei dati analizzati ha fatto emergere, in maniera inequivocabile, che la combustione della biomassa è responsabile della quasi totalità del PM10 misurato a Mezzano, e tale fonte è presente durante tutto l’anno; l’impatto delle altri fonti emissive, quali ad esempio il traffico, risulta essere molto contenuta, quasi trascurabile rispetto al totale evidenziato; in termini più precisi, nel periodo invernale, durante il quale si assiste ad un innalzamento sostanziale della concentrazione di PM10, la combustione della biomassa è responsabile del 93% del PM10 misurato, ed è quindi la causa degli sforamenti del limite di media giornaliera registrati nel periodo.
L’indagine è stata consegnata alla Comunità di Valle a fine febbraio 2015, che ha deliberato l’organizzazione di un incontro pubblico per la presentazione dei risultati alla popolazione. Tre anni dopo, lo si sta ancora attendendo.