Il soldato Luigi Mattivi non è più disperso Ai familiari dopo 76 anni la sua piastrina
Nell’ambito della solenne cerimonia per la commemorazione di tutti i caduti è stato ricordato, in modo particolare, Luigi Mattivi di Bedollo, soldato disperso in Russia durante il secondo conflitto mondiale. Questo perchè, proprio recentemente, è stata ritrovata la sua piastrina. Si tratta indubbiamente di un importante e significativo ritrovamento poiché questa piastrina è l’unico effetto personale che ha fatto ritorno a Bedollo dopo ben 76 anni.
Luigi Mattivi ce l’aveva al collo fino all’ultimo giorno di vita e, da buon soldato, la portava sempre con sé. L’intera piastrina è stata ritrovata ad Arbusovka (Russia) nell’agosto scorso, vicino ad un’infermeria dove si presume che il soldato sia deceduto il 20 dicembre 1942: giornata che ricorda una furiosa battaglia. Infatti, in quella terribile giornata Luigi Mattivi, come tanti altri soldati, non rispose al contrappello serale. La piastrina, che riporta il numero di matricola, i dati anagrafici del soldato Luigi e i nomi dei genitori, è stata consegnata da Cristian Civetta al Gruppo alpini e all’amministrazione comunale di Bedollo. In accordo con i parenti, si è voluto realizzare un quadro con all’interno la fotografia del soldato e la piastrina che sono stati benedetti, durante la cerimonia, da don Giorgio Garbari. Il quadro è stato portato durante tutta la sfilata dal cugino e alpino Livio Mattivi (classe 1930) che ha voluto ricordare il parente con un intervento molto commovente davanti al monumento ai caduti di Bedollo. Luigi Mattivi,unico soldato disperso del paese di Bedollo in Russia, nacque nel 1912. «Io, l’ho conosciuto bene», ha affermato il cugino, «era un giovane con tanta voglia di vivere e farsi una famiglia. Era rimasto orfano della madre, fin dalla tenera età, con altri tre fratelli. Per questo motivo il padre lo affidò ad una famiglia di Bronzolo che lo accettò come un figlio. Quindi all’età di vent’anni trovò la fidanzata ma, purtroppo, per l’evento della guerra fu chiamato alle armi e partì subito per la Russia da dove non ritornò più. La sua ragazza lo aspettò per ben 12 anni prima di risposarsi». Alla solenne cerimonia, iniziata con la messa celebrata da don Giorgio in onore dei caduti di tutte le guerre, hanno partecipato gli alpini, i carabinieri, i fanti, i bersaglieri, i vigili del fuoco, i rappresentanti dell’Asuc di Bedollo e la Schützenkompanie. Dopo la deposizione della corona, davanti al monumento del paese di Bedollo, è intervenuto il sindaco Francesco Fantini che ha ricordato il significato di questo raduno: «Non per ricordare una sconfitta o una vittoria ma un errore poiché vi sono stati milioni di morti a causa delle guerre. La strada democratica, ha continuato il sindaco, va sempre intrapresa e difesa. Non possiamo abbattere, al giorno d’oggi, i principi fondamentali di solidarietà, accoglienza e mutuo soccorso ma dobbiamo rendere saldi i valori dettati dalla cultura, dal rispetto e dall’identità».