Primiero: Coro Sass Maor al gusto di formaggio

di Manuela Crepaz

Era il 1974 quando un gruppo di baldi giovani amanti della montagna e del canto decise di fondare il Coro Sass Maor, ispirandosi nel nome alla maestosa cima delle Pale di San Martino.

Con un bagaglio crescente di canti, il coro ha fatto conoscere la tradizione corale primierotta ed un intero territorio in tutta Italia ed anche all’estero grazie a numerose trasferte.

E quest’anno, per festeggiare i 45 anni di fondazione, il coro diretto dal maestro Federico Orlertorna alle origini, valorizzando quelle più vere, legate alla cultura materiale primierotta e ai suoi prodotti di eccellenza, come il Botìro di Malga, il Formai Nostran e la Tosèla, anch’essi oggigiorno lodati per la loro eccellenza.

Nasce così l’originale collaborazione con il Caseificio Comprensoriale di Primiero, che festeggia i suoi vent’anni. Ora, il Nostrano fresco e stagionato porta impresso sulla pelure il logo del Coro.

Ma non solo: il corista Giovanni Doff Sotta ha scolpito uno stampo in legno di ciliegio con cui imprimere il logo in grande su quelle forme di formaggio che saranno tagliate in occasioni speciali, di promozione e valorizzazione della Valle, come in occasione dei concerti-evento di Malga Rolle domani 25 agosto e quello della Desmontegada il 20 settembre in programma per suggellare il connubio fra le due importanti realtà collegiali primierotte.

Saranno occasioni speciali perché sarà presentato l’esilarante brano dal titolo “Formai”, tratto dal repertorio del gruppo folk “Tirataie” armonizzato da Marco Gubert per quattro voci virili e con parole di Riccardo Nami. Questo brano è mirato innanzitutto a divertire il pubblico con una melodia e una struttura che si distingue dai classici canti di montagna, inoltre, attraverso il dialogo musicato tra una turista e un montanaro primierotto, sono promossi alcuni tra i più gustosi prodotti caseari del Casel come la Tosèla, el Botiro e el Nostran de Malga.

Il testo è spassoso e informativo al tempo stesso: lui si alza la mattina presto per produrre “na pezota de formai” cantando le varie lavorazioni che servono per un prodotto gustoso: “Moldi tutte le vacote pendi fora barelote, anca questo le el mes-cer de far formai. La calgera tel casel, el conaio e po l’tarel, le cosita che se fa en bon formai. Regolar con acqua e sal, mena e volta sul scafal: tasta e senti che bon gusto sto formai!” Lei non è persuasa: prevenuta dall’odore e dalla paura del colesterolo profferisce in italiano di preferire un formaggino.

Lui ritenta raccontando : “No voi mia far el sputios, preferise quel gustos, el Nostran de malga sì le en bon formai! E che bona la Tosela, ben rostida in padela col botiro de montagna: che formai! Co ti resti quasi senza, le me nono che ha esperienza, tel so volt ghe ne na scorta de formai. L’ha novanta e pasa ani, l’ha schiva tuti i malanni, sempre avanti a menestron e lat e vin e “formai”. Lei capitola, si convince e se ne innamora.

 Ecco il Coro Sass Maor che canta "Formai"

 

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