Sciami di insetti dalla discarica di Imer: sono ditteri dell’orzo, ma lì non si coltiva l’orzo
Il Comune rende nota l’analisi della Provincia sui fastidiosi animali che hanno invaso le case: «Non c’è alcun pericolo per la salute, si tratta di insetti che sciamano in maggio»
IMER. Il Comune di Imèr ha diramato un comunicato che dà conto dell'analisi, da parte della Fondazione Edmund Mach, del campione di insetti alati che hanno "invaso" la frazione nei giorni scorsi, la cui proliferazione sta pian piano diminuendo.
Come riferito da l'Adige, le famiglie del «Comitato no discarica», sabato 13 novembre avevano sollecitato l'intervento dei Carabinieri perché gli sciami stavano diventando numerosi e i muri delle abitazioni erano invasi da moscerini e insetti alati lunghi fino a due centimetri e mezzo.
Al giornale, avevano spiegato: «Non sappiamo di che insetti si tratti e quali rischi igienico sanitari potrebbero comportare, però prima non li avevamo mai visti. Sarà un caso, ma sono cominciati a girare proprio quando hanno mosso i teloni della discarica».
Venerdì scorso, il responso comunale: "A giudizio del dirigente dott. Claudio Ioriatti, la specie non rappresenta un potenziale pericolo per la popolazione e non si ritengono necessari interventi di contenimento».
Si tratta di «un dittero che si nutre di frumento, segale, orzo e altre specie comunemente presenti nei nostri prati (Poa, Phleum, Agropyrum). Il dittero, sfarfallato in maggio, è appena uscito dalla pausa estiva per l'accoppiamento».
Il nome scientifico comunicato dalla Fondazione è Opomyza florum, un insetto diffuso in tutta Europa. Il comunicato approfondisce: «La specie sverna da uovo deposto in autunno sul terreno, in prossimità di piantine di frumento, segale, orzo, etc. Le larvette schiudono in marzo e minano il germoglio principale scavandovi una galleria discendente a spirale che determina l'ingiallimento dello stesso e in particolare della foglia terminale. L'impupamento avviene in aprile, gli adulti sfarfallano in maggio, vanno in diapausa estiva e si accoppiano solo in autunno. Vive anche a spese di Poa, Phleum, Agropyrum e può risultare dannosa nel caso di semine anticipate».
Pertanto, buone notizie anche sul fronte delle semine: problemi non ce ne sono, dal momento che ai Masi non si coltivano né frumento, né segale, né orzo.