CALDONAZZO. C'è l'ombra del dolo, anche se mancano ancora alcune conferme, dietro all'incendio che ha tenuto impegnati lunedì sera i vigili del fuoco volontari di Caldonazzo e Levico ad un deposito agricolo in via Zaffo, nelle campagne di Caldonazzo.

L'allarme è scattato verso le 21.15 di lunedì: in piena campagna, nella periferia del paese nelle piana che costeggia il torrente Centa, un deposito agricolo in legno era in fiamme. I pompieri del paese, guidati dal comandante Diego Campregher, in breve tempo si sono portati sul posto ed hanno iniziato ad aggredire l'incendio, scaturito dalla legna accatastata nel retro della costruzione ma che aveva già aggredito ormai buona parte della struttura.

Nella via, non essendo presenti idranti per il rifornimento idrico, sono stati fatti confluire dopo una mezzora anche i vigili del fuoco di Levico con un'altra autobotte e quindi anche i permanenti di Trento con una minibotte a supporto.

Diverse le squadre all'opera, sia per garantire l'illuminazione della zona che per portare l'acqua dalla strada al deposito e controllare che non vi fossero focolai nascosti.

Sul posto è giunta anche una pattuglia di carabinieri, in quanto fin da subito si è ipotizzato si possa trattare di un episodio doloso.

Come ricostruito dagli uomini dell'Arma, in attesa di avere il rapporto stilato dai vigili del fuoco permanenti di Trento, è stato appurato che le fiamme si siano sviluppate dalla legna accatastata nel retro della struttura, di proprietà di due fratelli del posto: non sono presenti telecamere di videosorveglianza in zona, ma la zona defilata, senza illuminazione pubblica, secondo i militari potrebbe aver favorito la mano dolosa per appiccare l'incendio, magari come ritorsione o dispetto per dei dissapori.L'intervento si è concluso a tarda notte, con la completa bonifica dell'area interessata.