Cuoco a San Martino di Castrozza è partito sabato per l’Ucraina: “Vado a combattere in patria”
Il racconto di Andriy Kohut, 26 anni. È arrivato in Italia nel 2005, a nove anni, per raggiungere la sua mamma che due anni prima aveva lasciato l'Ucraina per cercare un futuro migliore, trovandolo a Udine come operatrice socio-sanitaria. Andriy nella cittadina friulana si è diplomato cuoco e fino a venerdì lavorava all'hotel San Martino
SOLIDARIETA' Come aiutare gli ucraini
PRIMIERO. Andriy Kohut ha 26 anni. È arrivato in Italia nel 2005, a nove anni, per raggiungere la sua mamma che due anni prima aveva lasciato l'Ucraina per cercare un futuro migliore, trovandolo a Udine come operatrice socio-sanitaria. Andriy nella cittadina friulana si è diplomato cuoco e fino a venerdì lavorava all'hotel San Martino di San Martino di Castrozza. Il peggioramento della situazione ucraina gli ha fatto prendere la drastica decisione: sabato 26 febbraio si è messo in macchina per andare a difendere il suo Paese d'origine. Lo abbiamo intervistato mentre era in viaggio, poco dopo la partenza.
Perché hai deciso di lasciare il lavoro di cuoco a San Martino di Castrozza e partire?
Perché lì è la mia terra, io non riuscivo neanche a lavorare, pensavo solo a quello; poi tutti i parenti sono lì, mio fratello è lì, anche la mia ragazza. Solo la mia mamma è qua in Italia.
Cosa ti ha spinto a studiare cuoco?
Non so perché, diciamo che non avevamo tanta possibilità economica al tempo e sapevo che pagano abbastanza bene, poi era la possibilità di viaggiare nei posti turistici, come Lignano, Bibione, oltre che San Martino di Castrozza.
Dove sei diretto?
Preferisco non dirlo.
Quanto pensi di metterci per arrivare?
Se non ci saranno problema al confine, penso 15-16 ore, dipende quanto ci tengono alla dogana.
Com'è la situazione lì?
Abbastanza tranquilla, ancora non hanno bombardato quella città, però dicono che ci sono già state alcune sirene ieri e si sono nascosti tutti nei rifugi dove si nasconde la gente quando cadono le bombe.
Immagini che arriveranno anche lì le truppe russe?
Penso di sì, dicono che ci sono già gruppi di diversione.
Tu pensi che sarai chiamato a combattere?
Per adesso chiamano solo quelli che hanno fatto servizio militare; io non l'ho fatto, però comunque vado a fare quello che mi dicono, magari dare una mano, qualsiasi cosa.
Allora non imbraccerai le armi.
Per il momento no, ma io penso che arriverà anche quello, perché chiameranno tutti. Comunque io prenderò anche le armi, perché sono cacciatore, ho un'arma mia e hanno fatto il decreto che si può combattere con le armi proprie sul territorio, per fare difesa territoriale.
Cosa stai provando in questo momento, qual è il tuo pensiero mentre viaggi?
Ho un po' di paura, anzi no, un po' di ansia perché non so cosa succede.
Ti aspettavi una guerra così immediata?
No, non me lo aspettavo, infatti quando mi chiedevano dicevo sempre no, non succederà mai.
Cosa sai di quello che sta succedendo in Ucraina?
Io ho chiamato tanti amici e da quello che mi dicono noi stiamo resistendo bene, stiamo combattendo bene per quello che mi dicono, poi qualche sito russo dice il contrario, quindi io non so a chi credere.
E cosa pensi di questa situazione di guerra?
È una situazione brutta, ma noi stiamo sul nostro territorio, noi ci stiamo difendendo, non siamo noi che stiamo attaccando.
La tua famiglia lì cosa ti dice, la tua ragazza, soprattutto?
Piangono, dicono di non tornare, anche mio fratello me lo ripete.
Loro potrebbero lasciare l'Ucraina?
Certo, le donne i bambini possono uscire, solo gli uomini dai 18 ai 60 anni non possono uscire. Però rimangono.
Pensi di rimanere lì fino alla fine della guerra?
Sì, anche perché non ho scelta, perché non mi fanno più tornare.
Come ha reagito la tua mamma alla tua decisione di andare a combattere?
Prima piangeva, mi ha detto di non andare, e poi ha detto: "Io ti capisco ma non ti appoggio, però non posso neanche legarti, se poi hai deciso così vai”. Io ci ho pensato, ma poi ho preso la decisione, quello che deve essere, sarà. Sono consapevole che magari quando vado lì possono succedere anche cose più gravi, però sono ottimista.