Nel lago di Caldonazzo sono comparse le "cugine" delle vongole
La Fondazione Edmund Mach ha rilevato la presenza della Corbicula fluminalis, segnalata solo nel lago di Garda, dove si è assistito a una vera e propria “invasione”
CALDONAZZO. Fra i passatempi da proporre ai bambini sul Lago di Caldonazzo ci potrebbe essere negli anni a venire anche la raccolta di conchiglie. A dire il vero l'attività, solitamente praticata sui litorali marittimi, potrebbe già essere svolta ora in una particolare zona del lago: la prima segnalazione di presenza di conchiglie di Corbicula fluminalis a Caldonazzo risale infatti al 2019.
Sulla presenza (anomala) di questo bivalve che ad un occhio inesperto potrebbe essere scambiato per una vongola, la Fondazione Edmund Mach di S.Michele all'Adige nel corso del 2021 ha svolto un monitoraggio teso a valutare la diffusione di questa specie. Per gli esperti, la presenza nel lago di questo bivalve d'acqua dolce o al più salmastra, originario della Turchia, ma già diffuso anche nel Nord America per involontaria importazione da parte dell'uomo, rappresenta un segnale di allarme per gli ambienti acquatici trentini.
Il Corbicula fluminalis e altre specie appartenenti al genere Corbicula, non erano mai state segnalate in Trentino, ad esclusione del Lago di Garda, ambiente dove si è assistito ad una vera e propria "invasione" che negli ultimi anni ha modificato anche l'aspetto delle rive, con evidenti e abbondanti depositi di conchiglie spiaggiate.
Il monitoraggio, si apprende dal Rapporto 2021 di FEM, è stato effettuato in vari punti lungo la sponda occidentale e meridionale del lago, con campionamenti effettuati tramite benna o retino immanicato.«La distribuzione del bivalve - scrivono le ricercatrici Francesca Ciutti e Cristina Cappelletti - risulta pressoché invariata e localizzata rispetto al punto della prima segnalazione, limitata alla zona a canneto che si trova ad est dei pontili della pizzeria "Alle Barche" con fondo ben ossigenato. Un solo esemplare è stato rinvenuto in una stazione sita ad ovest».
In realtà, aggiungono le esperte, oltre alla Corbicula fluminalis nel lago di Caldonazzo è presente dal 1992 un altro bivalve alloctono, Dreissena polymorpha, giunto molto probabilmente mediante il trasporto di imbarcazioni da diporto. A tal riguardo, la FEM ha effettuato una prima attività di divulgazione e/o informazione ai referenti del Centro nautico universitario AAugsburgerHof gestito dal Cus Trento e dall'Associazione Velica Trentina, proprio poiché l'introduzione di specie non autoctone acquatiche è originata spesso dallo spostamento delle imbarcazioni fra vari ambienti acquatici.
«Più in generale quello delle specie alloctone presenti nel lago, appartenenti a gruppi diversi, quali i pesci (coregone, pesce gatto nero, persico sole), i rettili (tartaruga dalle orecchie rosse) e gli invertebrati (gambero americano) costituiscono un problema spesso sottovalutato, che evidenzia la vulnerabilità del lago di Caldonazzo» segnalano le ricercatrici di FEM.
Nei prossimi anni la diffusione della Corbicula fluminalis continuerà ad essere monitorata, anche al fine di valutare l'effetto della nuova specie sull'intero ecosistema. In chiusura soddisfiamo la curisità di tutti i lettori giunti fino a questo punto dell'articolo e poniamo alla dottoressa Francesca Ciutti la domanda che crediamo si siano fatti in tanti: queste pseudo-vongole sono commestibili e se sì, adatte ad essere consumate nei piatti che hanno reso celebri e apprezzatissime le "cugine" di mare?
«La Corbicula è un mollusco commestibile - spiega la ricercatrice - e viene consumata in Asia e Corea. Andranno delusi, però, i palati gourmet, perché pare abbia una consistenza gommosa e sia piuttosto insipida».