Il Comitato «Acquarossa» di Levico dice basta: ora si rivolge al Codacons
Dopo le analisi diffuse da AmAmbiente, parlano i cittadini: «Non si può dare la colpa solo ai privati, i problemi sono legati alla rete. È tempo di appurare le responsabilità»
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LEVICO TERME. «Siamo arrivati a chiedere il supporto del Codacons nella persona dell'avvocato Zeno Perinelli, il referente trentino, dopo aver provato in tutti i modi di instaurare inutilmente un dialogo fra noi, l'amministrazione locale e il gestore, perché le responsabilità oggettive fossero appurate in maniera inequivocabile e perché nessuno ci ha mai comunicato cosa esce realmente dai nostri rubinetti».
Dopo le spiegazioni da parte di AmAmbiente e dell'amministrazione comunale per la diminuzione del fenomeno dell'acqua rossa a Levico e pubblicate da l’Adige, l'omonimo comitato di cittadini (che si chiama per l'appunto Acquarossa) non crede a quelle interpretazioni e non ci sta a sentirsi colpevole del fenomeno (è sempre stato detto che il problema sta nelle tubazioni private).
Anzi, il gruppo (che conta una cinquantina di membri), si è anche informato per delle analisi indipendenti sulla qualità dell'acqua, ma ha scoperto che «non esiste - spiegano dal gruppo - un ente pubblico terzo a cui i cittadini si possono rivolgere in maniera indipendente, chiedendo ad esempio un prelievo a campione dai propri rubinetti. L'unico ente pubblico autorizzato in Trentino è l'Azienda sanitaria, che per legge può prelevare campioni solo in "punti di raccolta autorizzati" come le fontane ad esempio, e non ha mai rilevato il fenomeno».
«Ad una nostra richiesta di intervento con un prelievo a campione dai nostri rubinetti, il responsabile della struttura semplice di Vigilanza e controllo acqua dell'Azienda sanitaria, il dottor Pizzo, ci ha risposto di rivolgerci al gestore che in realtà ha quindi l'assoluto controllo di quanto viene comunicato, e può sostenere tutto e il contrario di tutto senza alcun contraddittorio».
Dato che le prime segnalazioni della problematica dell'acqua rossa risalgono addirittura a 15 anni fa, l'unione delle persone nel gruppo Acquarossa ha dato quella rilevanza necessaria affinché il fenomeno venisse preso in dovuta considerazione, e soprattutto si scoprisse la reale estensione del problema.
Per questo, a fronte di un acquedotto con perdite appurate nella misura del 46%, il gruppo «rifiuta in maniera categorica - proseguono - che la responsabilità del fenomeno sia da ascrivere esclusivamente alle tubature private e, tramite il Codacons, richiederemo interventi che rendano il servizio che paghiamo confacente ai requisiti di legge e rimborsi dovuti a chi da anni paga per qualcosa che in realtà non ha mai utilizzato».
Come rilevato, i problemi legati all'acqua rossa sono diminuiti a partire da inizio novembre 2022, precisamente dal giorno 4: per 12 ore quel giorno fu sospesa l'erogazione dell'acqua potabile su tutto il territorio comunale in quanto, a seguito di eventi meteorologici, l'acqua risultava torbida nei serbatoi di accumulo. Da quel giorno si può dire che la situazione abbia preso una svolta: tranne qualche caso sporadico, per tutti l'acqua diventa praticamente trasparente. E non era mai successo.
Il 17 novembre segue un intervento per «la messa in esercizio delle nuove condotte in attraversamento del fiume Brenta che alimentano la principale fonte di approvvigionamento dell'acquedotto di Levico», come da avviso dell'amministrazione, eseguito da AmAmbiente in coordinamento con il comune di Levico ed il Servizio bacini montani.
Il 25 novembre segue una nuova interruzione per una perdita al serbatoio "Guizza alto". Poi, dopo un altro incontro fra il vicepresidente di AmAmbiente Daniele Sorgente ed i rappresentanti del gruppo, la situazione si normalizza, salvo alcuni episodi di torbidità ed un intervento il 14 febbraio all'acquedotto in via Brenta, via Caldonazzo, via Claudia Augusta e vicolo Crocifisso. «La responsabilità dell'acqua rossa - concludono dal comitato - non può essere ascritta in maniera generalizzata ai soli privati o a cambi di pressione inspiegabili, ma esclusivamente alle condizioni della rete e quindi del gestore».