Alena Sharum, cantante ucraina legata alla comunità di Primiero: «Non dimenticherò mai l’aiuto ricevuto»
La guerra, la fuga e la forza del canto. Ora l’uscita dell’ultima canzone (“Come gli angeli”). L’artista si racconta: «La musica può unire i cuori delle persone e portare significati di pace e amore». Oggi, sabato 24 febbraio, è il secondo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina
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PRIMIERO. Alena Sharun è una cantante pop-jazz ucraina del Donbass. Mantiene un forte legame con Primiero in virtù del suo primo matrimonio e in valle ha ritrovato un rifugio iniziale allo scoppio del conflitto lo scorso 24 febbraio 2022 per poi trasferirsi in Germania. In questi giorni, è uscita la sua ultima canzone "Come gli angeli", scaricabile da tutte le piattaforme musicali.
L'artista, dal 2015, ha iniziato a svolgere attività concertistica in Italia e, dal 2010 fino al deflagrare della guerra in Ucraina, si è esibita attivamente nel suo paese d'origine, quale solista dell'orchestra di Stato di musica Jazz Radio Band Alex Fokin. Nel 2019 ha intrapreso un percorso più personale, lavorando al suo progetto pop da solista con il nome d'arte Anella, pubblicando nel 2020 l'album My Love. Ora torna sulla scena internazionale con un messaggio potente: «Solo se si ha coraggio, una persona può abbandonarsi completamente all'amore, che a volte porta a un doloroso lavoro interiore. L'amore è la strada per la scoperta di sé».
Come la guerra ha influenzato la sua vita e il suo modo di fare musica?
«Non dimenticherò mai la mattina del 24 febbraio 2022, quando mi sono svegliata con il terribile rumore delle esplosioni e la sensazione che i vetri delle finestre stessero per volare contro di me. Non potevo credere che fosse la guerra. Proprio il giorno prima ero a Kiev per lavoro, parlavo di una nuova canzone e avevo molti progetti... Non volevo lasciare la mia casa, dove ci eravamo trasferiti solo tre mesi prima, costruita da me e mio marito con amore».
«Non volevo lasciare la mia amata Kiev, lasciare la mia vita... ma la sera stessa sono salita in auto con i miei figli e siamo partiti. Abbiamo viaggiato sei giorni, cinque dei quali non ho dormito perché guidavo da sola. Per tutti quei sei giorni ho aspettato la buona notizia della fine dell'orrore e che potevamo tornare a casa. Ma non è successo. E dopo sei giorni siamo arrivati a Primiero. Qui abbiamo ricevuto molto sostegno da amici e sconosciuti. Non dimenticherò mai come questo dolore abbia unito le persone buone e le persone abbiano cercato di aiutare gli Ucraini come potevano. Sapevo di dover cercare un lavoro, perché stavano finendo i soldi. Sapevo che non avrei trovato un lavoro nella mia professione e, in generale, pensavo che non avrei più cantato. Così ho deciso di accettare il primo lavoro che ho trovato, cameriera ai piani in un albergo. Mi sembrava che la mia vita fosse finita e che non mi sarebbe successo nulla di buono».
«L'unica cosa che mi faceva andare avanti erano i miei figli, perché ero il loro sostegno. Poi, ho ricevuto la proposta di fare un concerto di beneficenza a favore dell'Ucraina a Trento. Non potete immaginare quanto fossi felice, perché potevo cantare di nuovo ed essere utile all'Ucraina e al suo popolo. Ce ne sono stati molti altri, ho cercato di essere utile (i fondi raccolti sono stati utilizzati per aiutare le persone colpite dalla guerra) e questi concerti mi hanno dato molto sostegno morale. Ricordo e sono molto grata alle persone che mi hanno aiutata a organizzare i concerti. Così lavoravo come cameriera ai piani durante il giorno e salivo sul palco la sera per dare alla gente gioia e speranza».
E come conserva la sua speranza?
«Non posso dire che mi vada sempre bene. A volte mi lascio sopraffare dall'apatia, dalla paura per il futuro. Ma i miei figli e la mia famiglia sono la mia forza. La mia musica è la mia terapia, che mi aiuta nei momenti difficili. La mia felicità è che sono ottimista nella vita. Sono sicura che la vita metterà ogni cosa al suo posto. Credo sempre nel meglio e non smetto mai di sognare. Continuo anche a lavorare per realizzare i miei sogni.
Qual è il suo pensiero sul ruolo della musica?
«Sono sicura che la musica può raggiungere il cuore delle persone. Ho visto gli occhi del pubblico italiano quando ho cantato in ucraino. Erano occhi che capivano cosa stessi cantando. Sono sicura che la musica ha il potere di sciogliere e unire i cuori delle persone. Sono anche convinta che la musica debba portare con sé i significati di bontà, pace e amore. Se ci fosse più musica così, il nostro mondo sarebbe migliore».