Levico, l'acqua è buona ma l'acquedotto è un colabrodo: tubi rotti in zona industriale e via per Barco
Oggi sospensione della fornitura, ma il tema è annoso, anche per il colore rosso che esce di rubinetti: le accuse di Dal Bianco
LEVICO TERME. Il paradosso di Levico è questo: dà il nome ad una rinomata acqua minerale, ma quella potabile dai rubinetti è un problema.
Oggi il comunicato del Municipio: «Si comunica che a seguito di rottura di una tubazione della rete acquedottistica comunale, in alcune utenze di Via Giannettini, di Via per Barco e della zona Industriale, nel pomeriggio di oggi 1 marzo 2024, si rende necessaria la sospensione dell'erogazione dell'acqua potabile. Sono già in corso, da parte del personale operativo di AmAmbiente, i lavori per garantire al più presto il ripristino del regolare funzionamento dell'acquedotto e limitare il più possibile il disagio delle utenze interessate» scrive l’amministrazione comunale.
D’altra parte, è il tema caldo che tornerà alla ribalta nel consiglio comunale, fra tubazioni fragili e rubinetti che versano acqua rossastra.
Il tema “acqua rossa”, annoso ed ormai si potrebbe dire quasi endemico per alcune zone di Levico, è stato di nuovo alla ribalta per un’interpellanza del consigliere del Movimento 5 Stelle Maurizio Dal Bianco. Nel merito, Dal Bianco ha incontrato il direttore di AmAmbiente, Roberto Bortolotti, per capire quali siano le opzioni per una soluzione al problema dell’acqua rossa e dei tratti di acquedotto privati, dopo che l’anno scorso alcuni cittadini che hanno segnalato alla società il problema dell’acqua colorata che usciva dai rubinetti si sono visti recapitare una lettera raccomandata di AmAmbiente, con in copia sia il Comune di Levico che l’Azienda provinciale per i servizi sanitari: lettera che, come previsto dal regolamento comunale di acquedotto, e con il sostegno di analisi e prelievi effettuati al rubinetto, al contatore e sulla conduttura principale, invitava i privati a fissare un appuntamento per posizionare il nuovo contatore dell’acqua ai limiti della proprietà privata (con lavori a carico di AmAmbiente), mentre spetta ai privati l’adeguamento del tratto successivo, con anche la previsione di un’ordinanza da parte dell’amministrazione che vieta il consumo dell’acqua fino al completamento del risanamento delle condutture obsolete.
«Dopo numerose discussioni - si legge nell’interpellanza - con l’amministrazione per provvedimenti più o meno condivisi, e dopo un incontro in un consiglio comunale informale dove i dirigenti di AmAmbiente hanno affermato che il problema dell’acqua rossa esiste e potrebbe però essere risolto di comune accordo con l’amministrazione e i cittadini, si chiedono spiegazioni rispetto ad alcune decisioni della giunta che non condividiamo e che sembrano essere più rivolte al mero interesse esclusivo della giunta, che evita di assumersi responsabilità, piuttosto che operare alla effettiva risoluzione del problema nell’interesse dei cittadini e del nostro comune».
Dal Bianco infatti sostiene, e AmAmbiente glielo avrebbe confermato, che sul tavolo ci sarebbero state altre alternative alla regolarizzazione della situazione dei tratti di acquedotti privati: ad esempio, il Comune avrebbe potuto acquisire i tratti di condutture private. Soluzione che, scrive Dal Bianco, «mi è stata confermata dalla dottoressa Seraglio Forti, presidente di AmAmbiente, che mi comunicava che la proposta avanzata dalla società partecipata era stata bocciata dalla giunta, e in quella occasione era stata scelta la via delle raccomandate, a mio avviso di tenore pesantemente condizionante, inviate ai cittadini che avevano “osato” lamentare problemi all’erogazione dell’acqua pubblica».
Il consigliere chiede quindi di avere delucidazioni e spiegazioni riguardo questa proposta rigettata dalla giunta, come mai non ne sia mai stata fatta parola né in consiglio né nei mesi precedenti e anche «come mai, sapendo che il problema acqua rossa esiste e non è limitato alle segnalazioni protocollate da AmAmbiente, non ha cercato fino ad ora di risolvere la situazione seguendo i suggerimenti di AmAmbiente, bensì ha voluto mettere in atto un braccio di ferro che poco potrà servire ad un epilogo positivo per la popolazione».