Il Pd rilancia il no alla diga del Vanoi: «Presidio alto per evitare sorprese»
Il tema era già stato discusso nella sede della provincia a inizio legislatura, quando la giunta aveva espresso la propria contrarietà
VIDEO La guerra dell'acqua
TRENTO. Il gruppo consiliare provinciale del Partito democratico del Trentino, con prima firma del capogruppo Alessio Manica, ha depositato un'interrogazione con la quale viene chiesto alla Giunta provinciale cosa ha fatto e cosa intende fare, sia concretamente che giuridicamente, per contrastare il progetto della diga sul torrente Vanoi promosso dal Consorzio bonifica del Brenta.
L'interrogazione ricorda la mozione, proposta sempre dal Gruppo consiliare del Partito Democratico, e approvata dall'Aula ad inizio legislatura, che affermava la contrarietà del Consiglio provinciale alla realizzazione della diga. A seguito dell'invio in questi giorni a tutti gli enti interessati, tra cui la Provincia di Trento, delle varie ipotesi progettuali per l'inizio del processo partecipativo previsto dalla legge per quest'opera, ieri la questione è stata infatti trattata nuovamente dal Consiglio provinciale, sempre su iniziativa del consigliere Manica, raccogliendo il consenso di tutta l'Aula per un puntuale impegno della Giunta a contrastare l'opera e a mantenere aggiornati i consiglieri sugli sviluppi del progetto veneto.
“Ora, vista la limitata capacità di risposta durante la seduta del Consiglio provinciale di ieri da parte della Giunta, parsa in verità piuttosto disorientata rispetto all'iniziativa veneta - sottolinea Manica in una nota - per evitare sorprese e mantenere alto il presidio su un progetto che coinvolge anche una parte del territorio trentino, in particolare i comuni di Canal San Bovo e Cinte Tesino, si è depositata l'interrogazione a risposta scritta”.