“La ciclabile della Valsugana chiusa dal 24 gennaio, va messa a posto al più presto»
Sabato 20 luglio ci sarà una protesta. Il Pd: “Lo scorso anno i passaggi registrati dal contabici di Tezze di Grigno in entrambe le direzioni tra Veneto e Trentino sono stati 106.432, di cui 10% pedoni, con un incremento del 2% rispetto all'anno precedente. Bisogna metterla in sicurezza e riaprirla”
TEZZE. La pista ciclabile della Valsugana deve essere riaperta. Da mesi è stata chiusa, a causa di una frana (foto) caduta il 24 gennaio scorso subito dopo il confine con il Veneto, nel territorio del comune di Enego, tra Primolano e Cornale. Il 1 maggio, causa maltempo, nuovi massi hanno invaso la ciclabile nello stesso punto. Ma, come si legge in una interrogazione presentata dai consglieri provinciali del Pd Francesca Parolari e Paolo Zanella, «le transenne con l'ordinanza di chiusura vengono sistematicamente spostate per passare con altissimo rischio per i ciclisti».
Così non si può andare avanti tanto che sabato 20 luglio mattina è prevista una manifestazione per chiedere a gran voce alla Provincia di intervenire immediatamente per risolvere il problema. Il Pd della Bassa Valsugana e Tesino chiama a raccolta iscritti e simpatizzanti al bicigrill di Tezze ed alle 11.30 al ristorante Cornale di Cismon del Grappa.
«Lo scorso anno i passaggi registrati dal contabici di Tezze di Grigno in entrambe le direzioni tra Veneto e Trentino sono stati 106.432, di cui 10% pedoni, con un incremento del 2% rispetto all'anno precedente. Oggi - si legge nella mozione - l'unica alternativa ufficiale è disagevole: salire sul treno della Valsugana tra Primolano e Valstagna, treno che ha una frequenza e una presenza di posti bici (32 in estate) del tutto insufficienti per far fronte a questa evenienza. L'alternativa del giro della Rocca Primolano - Arsiè - Cismon, oltre a non essere alla portata di tutti, presenta anch'esso pericoli di frane ed è transennato salendo da Cismon. La SS47 poi, è un'alternativa impraticabile, essendo interdetta alle biciclette, anche se qualche ciclista, in violazione del divieto, vi si è avventura con grave rischio per la propria e altrui incolumità».
Non resta che la soluzione della messa in sicurezza della ciclabile. «Per contenere il fronte franoso bisogna posizionare nuove reti paramassi dopo i disgaggi e costruire un vallo tomo o una nuova galleria artificiale da aggiungere alle altre due già presenti sul tracciato. La spesa ipotizzata è di almeno 300.000 euro».
Alla giunta provinciale Parolari e Zanella chiedono di interfacciarsi con il Comune di Enego e la Regione Veneto per una sollecita riapertura e di portare al Comitato paritetico per la gestione dell'intesa per il Fondo Comuni confinanti la proposta di dedicare delle risorse alla messa in sicurezza definitiva di quel tratto di ciclabile».