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Una tesi sui "bosniaci trentini" di Stivor, identità in dissolvenza

Il lavoro di Elisa Abolis. Spazio anche alla storia, grazie alla collaborazione con l'Associazione Stivor Ets ma, soprattutto, ad una decina di interviste di giovani, adulti e anziani residenti in Valsugana: Alesandro (28 anni), Anton (77), Giulia (25), Karlo (72), Leonardo (20), Ljuba (85), Marina (40), Miro (55), Rabija (55) e Slavica (56 anni)

di Massimo Dalledonne

NOVALEDOUna tesi dedicata a Stivor, alle sue diverse generazioni nel contesto migratorio, raccontandone l'identità linguistica e culturale. È stata presentata nei giorni scorsi nella sala polivalente di Novaledo, dalla 22enne Elisa Abolis (nella foto), che l'ha discussa a Bressanone nella sessione invernale del corso di laurea in Scienze della comunicazione e cultura della Libera Università di Bolzano.

Una analisi sociolinguistica per definire le funzioni delle lingue all'interno della comunità e il modo in cui esse si sono sviluppate, accennando alle peculiarità del dialetto parlato e alla valutazione attribuitagli dagli abitanti del paese bosniaco.

Spazio anche alla storia, grazie alla collaborazione con l'Associazione Stivor Ets ma, soprattutto, ad una decina di interviste di giovani, adulti e anziani residenti in Valsugana: Alesandro (28 anni), Anton (77), Giulia (25), Karlo (72), Leonardo (20), Ljuba (85), Marina (40), Miro (55), Rabija (55) e Slavica (56 anni).

Interviste che hanno dimostrato la straordinaria ricchezza che contraddistingue questa piccola comunità trentina in Bosnia che sta via via scomparendo.

Come scrive nella sua tesi Elisa Abolis «l'analisi sociolinguistica di Stivor ha evidenziato la funzione del dialetto valsuganotto all'interno della comunità, nonché aiutato a comprendere il mutamento del repertorio linguistico avvenuto nel corso degli anni.

Tra i vari aspetti evidenziati, quelli più interessanti che sono emersi riguardano gli influssi serbocroati nella parlata e il modo in cui la varietà dialettale di Roncegno si è trasformata nell'autentico dialetto di Stivor».

Ma non finisce qui. In cantiere c'è anche il desiderio di organizzare una mostra che sia in grado di raccontare l'identità di Stivor, valorizzandone le radici storiche e sociolinguistiche. Sia a Roncegno che a Borgo per continuare a valorizzare la comunità di Stivor e la sua storia, nella speranza che le nuove generazioni possano prendere ispirazione dal suo passato migratorio, promuovendo un messaggio sull'importanza di mantenere la comunità unita.

Non solo per proteggere il proprio patrimonio storico e linguistico, ma come capacità di adattarsi a nuovi ambienti e culture, accogliendo la diversità e trasformandola in parte integrante della propria identità.