Jobs act: il Pd litiga e rischia la scissione

Nessun margine di trattativa: Matteo Renzi tiene il punto sul Jobs act. «La delega sul lavoro alla Camera non cambierà rispetto al Senato», la riforma del lavoro è blindata e avverte, se qualcuno del Pd non dovesse votare la fiducia: «Facciano pure, se lo fanno per ragioni identitarie», ma «se mettono in pericolo la stabilità del governo o lo fanno cadere» allora «le cose naturalmente cambiano». Il premier è netto anche sul rapporto con la leader Cgil Susanna Camusso, non è «questione di feeling» ma di «diversa idea del Paese»

l'Adige

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Dalle modifiche sull’articolo 18 per i neoassunti agli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato, a partire proprio da quelle nuove con contratto a tutele crescenti, fino allo sfoltimento delle forme contrattuali con l’abolizione di quelle più «precarizzanti» come i co.co.pro. Sono i punti essenziali e le novità del Jobs act, dopo il maxi-emendamento presentato dal governo su cui è stata posta la fiducia, e illustrate anche dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nell’intervento al Senato