Podcast / Storia

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.

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Il Trentino nella Grande Guerra: si apre il fronte italiano

A Trento i giornali agonizzano, stretti tra la censura e la tragedia della guerra. A occupare sempre più spazio sono gli elenchi dei caduti al fronte. Alcide Degasperi, consigliere comunale, e il vice podestà Giuseppe Menestrina prendono il treno diretto a Innsbruck. L’obiettivo: invocare provvedimenti a tutela della popolazione trentina, mentre ai confini meridionali si ammassano le truppe dei due eserciti. Si apre il fronte italiano.

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Il Trentino nella Grande Guerra: uomini al fronte, scolari nei campi

In Trentino vengono esonerati dalla scuola i ragazzi che possono essere utili nei campi, visto che gli uomini sono al fronte; gli altri vengono organizzati in squadre di lavoro. Vienna risponde e mette le scuole al servizio del lavoro: è uno degli aspetti dell’economia di guerra. Intanto i giornali cominciano a parlare delle trattative tra Austria e Italia.