Si tratta dell'unica struttura simile completamente pubblica in Italia: questa cura specifica contro i tumori ha registrato per il 20% a pazienti trentini e altoatesini, il 70% sono provenienti da fuori regione e il 10% dall'estero
La Protonterapia trentina compie dieci anni. Dall’ottobre del 2014 al centro di via al Desert sono stati trattati 2.400 pazienti: di questi circa 600 sono bambini. Per il 90% dei casi le cure sono state rivolte a pazienti italiani, mentre la quota dei trentini arriva al 20%. La spesa per la gestione della struttura, un’eccellenza sanitaria in Italia, è di 14 milioni all’anno. Parla il nuovo direttore Frank Reinard Heinrich Lohr.
«L'obiettivo – spiega l’assessore provinciale alla salute e politiche sociali, Mario Tonina – è quello di favorire l'integrazione tra i servizi sanitari delle nostre due Province”
Nuovi orizzonti nella radiochirurgia delle aritmie ventricolari maligne, prima causa di morte cardiaca improvvisa al mondo: trattamento al Centro di protonterapia. Al progetto partecipa l’Università
Grandissima iniziativa della società sportiva trentina, arriva il grazie di Apss. La struttura sanitaria è una delle più richieste nel panorama nazionale ma anche ad ospitare pazienti provenienti da altre regioni (nel 2022 sono stati il 72,7% del totale degli ospiti) e da altre nazioni, soprattutto da Slovenia e Grecia. Nel primo semestre 2023 il numero di ospiti provenienti da fuori provincia è cresciuto ancora raggiungendo il 79,4%
IL GESTO I giocatori dell’Aquila Basket in carcere per portare felicità
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Il centro di cure oncologiche avanzate corre ai ripari, emntre si attendono nuovi passi ufficiali dal governo per poter estendere la platea dei pazienti che possono accedere: il 2021 si chiuderà con 300 malati trattati, molti in età pediatrica, e una buona parte arriva dall'estero
La tappa dell'allegro camper di "Zia Caterina" che da quando perse il compagno, ucciso dal cancro vent'anni fa, gira l'Italia per donare gioia, amore e tantissimo colore alle vite dei piccoli malati e delle loro famiglie. Tante storie itineranti per una commovente iniziativa di mutuo soccorso: «Vogliamo dire loro che c'è sempre speranza», spiega Caterina Bellandi
