Extinction Rebellion protesta, attivista espulsa da Roma: «Ho perso il lavoro, trattata come un mafioso»

"Il Tar del Lazio, con una sentenza dell'11 febbraio, ha respinto la sospensiva del foglio di via obbligatorio a Sabina, un'attivista di Extinction Rebellion espulsa da Roma a novembre scorso per aver partecipato a un sit-in pacifico sotto il ministero dell'Interno. Nonostante la documentazione presentata dagli avvocati della donna dimostri il suo legame con la città, dove è domiciliata da due anni e dove lavora presso Amnesty International, i giudici amministrativi affermano che 'come emerso da primi accertamenti e diversamente da quanto dichiarato dalla ricorrente, la stessa non è risultata risiedere in Roma'. Un'applicazione illegittima del Codice antimafia del 2011, che esplicitamente prevede che il foglio di via obbligatorio non possa essere dato a chi vive, lavora o studia in quella città. Una decisione contro la quale è già stato depositato ricorso al Consiglio di Stato da parte dei legali di Extinction Rebellion".

È quanto comunica in una nota Extinction Rebellion. "Tutto questo è surreale! Devo lasciare la mia vita e i miei affetti per aver partecipato a una manifestazione estremamente pacifica. Provo molta rabbia per la negazione dei miei diritti. La noncuranza della Questura mi indigna e preoccupa, vorrei invece potermi sentire tutelata e che i miei diritti fondamentali fossero riconosciuti", dichiara Sabina che il 22 novembre 2024, assieme a oltre un centinaio di persone, aveva occupato simbolicamente con tende e sacco a pelo la piazza del Viminale, sotto il ministero dell'Interno per protestare contro il ddl sicurezza.

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