Arriva a Trento Mamadou Kouassi, la sua storia è quella di “Io Capitano”
Attivista già dal 2008, Kouassi lavora come mediatore culturale in provincia di Caserta. L’evento domani, venerdì 21, con la proiezione di un documentario ed una talk a tema, nella facoltà di giurisprudenza
TRENTO. C'è un secondo viaggio che devono affrontare le persone arrivate in Europa dalla rotta del Mediterraneo. Lo racconta Mamadou Kouassi, alla cui storia si è ispirato Matteo Garrone per il film "Io Capitano", candidato agli Oscar nel 2024, in un documentario da 20 minuti realizzato da Andrea Fantino per l'associazione Fieri-Torino all'interno del progetto DignityFirm.
Presentato per la prima volta a novembre 2024 al Rosarno Film Festival, "Mamadou Kouassi Pli Adama. La lotta della migrazione" domani, venerdì 21 febbraio, arriverà a Trento: sarà proiettato presso la facoltà di Giurisprudenza alla presenza di Kouassi. "Il film 'Io capitano' raccontava le difficoltà incontrate nel viaggio per arrivare in Europa, che molte persone ritengono facile. Quando arrivi qui, però, fai ancora un altro viaggio. Chi arriva in Italia senza un permesso di soggiorno inizia un altro viaggio all'interno del Paese", spiega Mamadou Kouassi.
Il documentario, nato ancor prima del film "Io capitano", "racconta la nostra vita una volta arrivati in Europa, dove, senza quello strumento importantissimo per parlare di integrazione che è il permesso di soggiorno, diventiamo persone invisibili e scartabili. Con il documentario volevamo anche attirare l'attenzione sulla situazione dei braccianti che lavorano nei campi italiani e che vedono i loro diritti calpestati. Trento è il primo posto dove presenterò il documentario di persona. Per me è un grande orgoglio".
Kouassi, arrivato in Italia dalla Costa d'Avorio, oggi vive a Castel Volturno, in provincia di Caserta, dove è impegnato come mediatore interculturale ed è vicepresidente del Movimento migranti e rifugiati di Caserta. "Sono arrivato in Italia nel 2008, e nel 2009 mi sono unito a questo movimento, nato nel 2002 per difendere i diritti dei migranti. Oltre ad essere un immigrato e un bracciante, sono anche un attivista che lotta per i diritti di tutti, non soltanto per quelli dei migranti". La strada tracciata dal Governo italiano per gestire le migrazioni, sostiene Kouassi, ha portato l'Italia indietro.
"Il cambiamento è stato in peggio. È assurdo portare in Albania una persona che è sopravvissuta alla Libia e alla Tunisia, che ha attraversato il deserto e che ha affrontato un viaggio in mare. Sarebbe importante che tutti questi soldi sprecati per costruire delle prigioni in Albania potessero essere utilizzati per favorire l'integrazione delle persone che arrivano in Italia. Sull'immigrazione non ci vuole il braccio di ferro. Servono risposte concrete che diano alle persone la possibilità di avere la libertà di viaggiare". Non è un caso che la prima proiezione del documentario sia avvenuta a Rosarno. "Era importante presentarlo proprio lì. Nel 2010, quando venne acceso il fuoco contro alcuni ragazzi africani, anche io mi trovavo a Rosarno. Il governo dell'epoca aveva intimato agli immigrati di lasciare il paese, tant'è che io sono tornato a Caserta".
Qui disponibile il programma dell’evento.