Bersani e Berlusconi, summit a sorpresa
Un presidente della Repubblica dal profilo politico ma soprattutto che abbia un curriculum «pesante» in grado di saper fronteggiare le difficoltà. Nessun nome pare sia stato fatto, ma dopo un'ora e mezzo di colloquio, Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani avrebbero trovato un punto in comune e cioè la fisionomia del prossimo presidente della Repubblica. E il Cavaliere avrebbe accantonato la trattativa parallela Colle-Governo accettando di far viaggiare la seconda su un altro binario
Un presidente della Repubblica dal profilo politico ma soprattutto che abbia un curriculum «pesante» in grado di saper fronteggiare le difficoltà. Nessun nome pare sia stato fatto, ma dopo un'ora e mezzo di colloquio, Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani avrebbero trovato un punto in comune e cioè la fisionomia del prossimo presidente della Repubblica. E il Cavaliere avrebbe accantonato la trattativa parallela Colle-Governo accettando di far viaggiare la seconda su un altro binario.
Certo, la strada è ancora in salita, ed il Cavaliere non avrebbe nascosto ai suoi fedelissimi la diffidenza e lo scetticismo nell'arrivare a chiudere un'intesa con il Pd. Ecco perchè l'incontro di ieri è stato definito dai due partiti interlocutorio e non si esclude che i due leader possano incontrarsi di nuovo, magari a ridosso del 18 aprile (giorno in cui inizieranno le votazioni per il futuro inquilino del Quirinale).
L'intenzione del Cavaliere è chiara: non restare con il cerino in mano e mostrarsi il più possibile aperto al dialogo così, in caso di rottura definitiva, poter denunciare l'intenzione del Pd di voler «occupare tutte le cariche». A chiedere di anticipare il faccia a faccia pare sia stato lo stesso ex capo del governo che già da lunedì aveva fatto recapitare al segretario del Pd l'intenzione di volerlo incontrare il prima possibile. Un modo per scoprire il prima possibile le carte in modo da aver tempo per elaborare eventuali nuove strategie. L'obiettivo del Cavaliere infatti è «incassare» un presidente della Repubblica non ostile e poi riaprire i giochi sul governo. D'altronde Berlusconi lo va ripetendo da tempo: di fronte ad un Capo dello Stato in cui possa identificarsi anche il centrodestra il Pdl non avrebbe problemi ad appoggiare un esecutivo a guida Pd. Il «compromesso» nel caso l'operazione dovesse andare in porto potrebbe anche essere quello di dare il via libera ad un esecutivo in cui ci siano ministri di area e non direttamente esponenti pidiellini.
Certo l'ex capo del governo ha tutta l'intenzione di far pesare i voti del suo partito, concetto che lo stesso Cavaliere avrebbe messo in chiaro più di una volta allo stesso Bersani. A metterlo nero su bianco ci pensa poi Angelino Alfano: «Il presidente della Repubblica - spiega - deve rappresentare l'unità nazionale e dunque non può essere, e neanche può apparire, ostile a una parte significativa del popolo italiano».
L'avvio comunque di una trattativa al momento depotenzia anche la manifestazione in programma sabato a Bari dove interverrà lo stesso Berlusconi. L'idea iniziale era quella di dare il via alla campagna elettorale con la kermesse nel capoluogo pugliese e non è escluso che alla fine non sia così, se il dialogo avviato ieri dovesse interrompersi. Per ora l'ex premier avrebbe intenzione di non alzare il livello dello scontro. Berlusconi coglierà l'occasione per ribadire la necessità di un presidente della Repubblica di garanzia per tutti così come di un governo stabile per uscire dalla crisi.