Rodotà e i No Tav «Capisco le BR»
Le parole contenute nel messaggio inviato ieri dai due esponenti della nuove Br, Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi (entrambi detenuti nel carcere di Catanzaro) al movimento «No Tav», parole di sostegno, solidarietà e, ancora di più, incitamento ad alzare il tiro, sono «deprecabili, ma comprensibili e non devono contribuire a derubricare la realizzazione dell'opera a una mera questione di ordine pubblico». È stata la definizione «comprensibili», pronunciata da Stefano Rodotà, a scatenare una ridda di polemiche che precisazioni, chiarimenti, puntualizzazioni non sono servite a placare
Le parole contenute nel messaggio inviato ieri dai due esponenti della nuove Br, Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi (entrambi detenuti nel carcere di Catanzaro) al movimento «No Tav», parole di sostegno, solidarietà e, ancora di più, incitamento ad alzare il tiro, sono «deprecabili, ma comprensibili e non devono contribuire a derubricare la realizzazione dell'opera a una mera questione di ordine pubblico». È stata la definizione «comprensibili», pronunciata da Stefano Rodotà, giurista ed ex-candidato alla presidenza della Repubblica da parte del Movimento 5 Stelle, a scatenare una ridda di polemiche che precisazioni, chiarimenti, puntualizzazioni non sono servite a placare.
A reagire immediatamente il ministro dell'Interno, Angelino Alfano che definisce quelle di Rodotà affermazioni «gravissime, inquietanti».
«Mi chiedo - aggiunge Alfano - se non ci sia da temere per il ritorno dei cattivi maestri. Mi pare intollerabile che un candidato alla presidenza della Repubblica abbia potuto dire questo mentre i nostri poliziotti sono impegnati a proteggere il cantiere e mentre i lavoranti delle ditte sono lì a rischiare la vita». Il primo Garante della privacy in Italia, rilancia: dire «comprensibili» non significa dire «giustificabili».
«Trovo inaccettabile che venga strumentalizzata dal ministro una dichiarazione che registrava un drammatico dato di realtà, trasformandola in una forma diretta o indiretta di giustificazione di quelle posizioni». E il «dato di realtà» è - chiarisce Rodotà - che ci sono ancora «purtroppo, persone che continuano a usare quel linguaggio perché ci sono residui di quella inaccettabile cultura che ancora permangono, e che possono ancora inquinare la discussione».
Le parole usate dalle nuove Br «non sono "comprensibili" nel senso che siano giustificabili in alcun modo; significa invece - ha rimarcato Rodotà - che purtroppo esiste ancora qualche persona che continua a usare un linguaggio pericoloso e inaccettabile... Mi sono sempre battuto sia sul piano culturale che su quello politico contro ogni forma e tentazione terroristica, come testimonia tutta la mia vita». Precisazioni che per tutta la giornate non sono servite a mitigare i toni. Così Fabrizio Cicchito definisce Rodotà «romanziere o mistificatore», mentre Maurizio Gasparri non si dice per niente tranquillizzato dalla «parziale marcia indietro».
Pochissime le voci di solidarietà. Per il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, Alfano ha utilizzato «pretestuosamente le deliranti parole dei terroristi per infangare una persona come Rodotà e il Movimento No Tav». «Chi conosce la storia cristallina del professor Rodotà - ha osservato il presidente di Azione Civile Antonio Ingroia - sempre nel solco e in difesa dei valori costituzionali, non avrebbe mai potuto pensare che quella frase sulle Br, anche decontenstualizzata da un discorso lineare e chiarissimo (per chi vuol capirlo), potesse anche per un solo attimo servire a fiancheggiare un movimento terroristico».
Quanto al meccanismo in base al quale il messaggio delle nuove Br - respinto dai No Tav e definito «una provocazione» - sia riuscito ad uscire dal carcere, va detto che la posta dei due non è sottoposta a controlli.