Referendum in Svizzera, meno lavoratori stranieri
Sconfessando il governo e per una manciata di voti, gli Svizzeri hanno approvato per referendum l'iniziativa «Contro l'immigrazione di massa». Così facendo, hanno di fatto bocciato l'Accordo di libera circolazione delle persone firmato con l'Unione europee anche se il Paese non ne fa parte, imponendo di frenare l'immigrazione e definendo tetti massimi e contingenti annuali per tutti gli stranieri: cittadini dell'Unione europea, frontalieri e richiedenti asilo inclusiCommenta sul blog di Giorgia Cardini
Sconfessando il governo e per una manciata di voti, gli Svizzeri hanno approvato per referendum l'iniziativa «Contro l'immigrazione di massa». Così facendo, hanno di fatto bocciato l'Accordo di libera circolazione delle persone firmato con l'Unione europee anche se il Paese non ne fa parte, imponendo di frenare l'immigrazione e definendo tetti massimi e contingenti annuali per tutti gli stranieri: cittadini dell'Unione europea, frontalieri e richiedenti asilo inclusi.
Al termine di un testa a testa fino all'ultimo voto, l'iniziativa promossa dal partito di destra e antieuropeista dell'Unione democratica di centro (Udc/Svp) è stata approvata dal 50,3% dei votanti, poco meno di 3 milioni, con uno scarto di meno 20mila schede. Ma tanto basta.
Prendendo atto del risultato del referendum, il governo non ha avuto scelta e ha annunciato che intende avviare discussioni con l'Unione europea per rinegoziare l'accordo, mentre Bruxelles ha immediatamente espresso «rammarico» per l'esito del voto.
Dalle urne è uscito però un paese spaccato in due, con i cantoni romandi francofoni più filoeuropei e le grandi città nel campo dei perdenti, mentre i cantoni di lingua tedesca e il Ticino - a grandissima maggioranza - hanno votato a favore dell'iniziativa. Il Canton Ticino, dove si parla italiano e che accoglie un flusso di circa 60mila frontalieri dall'Italia, ha registrato la più alta percentuale di «sì», saliti a quota 68,17 %. Quasi un plebiscito contro gli italiani.
Per l'esecutivo, il responso delle urne «riflette il malessere per la crescita demografica degli ultimi anni». Anche a causa della crisi, il numero di immigrati attirati dal benessere economico della Svizzera ha superato le previsioni con un saldo migratorio di circa 77mila persone l'anno, il 70% dei quali provenienti dalla Ue.
L'Udc/Svp ha fatto campagna sventolando l'immagine di una Svizzera costretta a fare i conti con le conseguenze «nefaste» di un'immigrazione fuori controllo: dalla disoccupazione in aumento, ai treni sovraffollati, all'aumento degli affitti. E ha vinto contro il governo, il parlamento, le organizzazioni economiche, i sindacati e la stragrande maggioranza dei partiti.
Il successo dell'iniziativa Udc/Svp introduce un nuovo articolo nella Costituzione svizzera e impone un cambiamento nella politica migratoria. Le nuove disposizioni costituzionali prevedono infatti di limitare i permessi di dimora per stranieri attraverso tetti massimi e contingenti annuali definibili in funzione degli interessi globali dell'economia svizzera. Al momento di assumere lavoratori, le imprese devono inoltre dare la preferenza agli Svizzeri.
«Il nuovo testo costituzionale non definisce né l'entità dei contingenti né l'autorità chiamata a fissarli e rilasciarli o i criteri da applicare. I dettagli vanno ora disciplinati nella legge. Il Consiglio federale (governo) e il Parlamento hanno tre anni per l'attuazione», ha ricordato il governo. L'esecutivo sottoporrà quanto prima al Parlamento una proposta di attuazione e, poiché le nuove disposizioni costituzionali sono in contrasto con l'Accordo sulla libera circolazione delle persone in vigore con l'Ue dal 2002, avvierà nuovi negoziati con Bruxelles. Da parte sua la Ue ha risposto, rammaricandosi, che «esaminerà le implicazioni di questa iniziativa popolare sui rapporti Ue-Svizzera nel loro insieme», lasciando intendere che alcune intese esistenti potrebbero saltare.