Riforme, alta tensione in Senato Divina annuncia: la Lega esce dall'aula
Resta altissima la tensione in Senato, dove è in corso l’esame della riforma costituzionale. Dopo la bagarre di ieri, il presidente Pietro Grasso ha avuto oggi parole durissime, ma non ha fermato la protesta, in particolare di Lega e M5S. Divina ha annunciato: la Lega esce dall'aula e non partecipa ai lavori
Resta altissima la tensione in Senato, dove è in corso l’esame della riforma costituzionale. Dopo la bagarre di ieri, il presidente Pietro Grasso ha avuto oggi parole durissime, leggendo le decisioni del Consiglio di presidenza, in particolare contro il Carroccio: «I senatori delle Lega hanno causato disordini impedendo i lavori dell’Assemblea con una «condotta inaccettabile», che «mina la dignità del Senato». «Simili comportamenti non saranno più consentiti», ha aggiunto Grasso. E ancora: «Non consentirò più allusioni, né offese, né insulti alla presidenza. Ho tollerato fin troppo».
Riprendendo l’esame del testo di riforma, Grasso ha tentato di scandire in maniera regolare i tempi dei lavori dell’aula dove, finora, sono stati già diversi gli emendamenti - aggiuntivi all’art. 1 - votati: richiami all’ordine, stretta sugli interventi, permessi in buona parte ai meri capigruppo, piglio deciso. Ma le proteste non sono certo finite, con Lega e M5S in trincea.
«A queste condizioni il gruppo del M5S non parteciperà ad alcun lavoro e non voteremo più nessuno degli emendamenti», ha annunciato in proposito il capogruppo M5S al Senato, Vito Petrocelli, mettendo un bavaglio per protestare contro la conduzione del presidente. «Ne prendiamo atto», è stata la secca replica di Grasso.
#Grasso presiede l'Aula con il #PattoDelNazareno alla mano invece del regolamento del #Senato. Il #M5S abbandona i lavori,la lotta continua!
— Riccardo Fraccaro (@riccardo_fra) August 1, 2014
Anche la Lega è andata all’attacco: «Noi usciamo dall’Aula, a meno che non ci veniate a dire che si cambia registro. Non si cambia la Costituzione a colpi di maggioranza», ha detto il senatore trentino Sergio Divina, intervenendo in Aula.