La Provincia dirotta su progetti strategici 80 milioni di opere comunali
La decadenza dal finanziamento per una serie di opere comunali definite dalla Provincia non più attuali libera circa 80 milioni di euro per opere pubbliche strategiche a valenza sovracomunale. Lo ha deciso oggi la giunta, su proposta dell’assessore alla coesione territoriale Carlo Daldoss.
«Realismo e responsabilità - ha commentato il presidente Ugo Rossi - sono le due chiavi di lettura di questa delibera che riposiziona le risorse, che confermiamo, in una logica diversa, ‘sovracomunalè e sostenibile. Con questo provvedimento inoltre - ha sottolineato il presidente - diamo concreta attuazione alla prima fase della riforma istituzionale, che impone una programmazione non spezzettata ma, al contrario, unitaria, pensata in una visione d’insieme, capace di esaltare il protagonismo delle Comunità, secondo un modo più responsabile di utilizzo delle risorse».
«Non si tratta dunque di un taglio degli investimenti previsti, che ammontano ad oltre 660 milioni - ha aggiunto Rossi - ma di un loro utilizzo più mirato, secondo un’atteggiamento di grande responsabilità che ci ha portato ad adottare questo provvedimento prima delle elezioni comunali, pur sapendo che potevamo esporci a qualche critica, ma nella consapevolezza che fosse necessario e urgente.
Fatto salvo che alcune di queste opere - ha precisato ancora il presidente - potranno tornare in gioco, se vi sarà la capacità delle nuove Comunità e dei Comuni di ragionare secondo criteri di priorità».
Gli esempi di opere bloccate (in tutto una sessantina) vanno dalle piscine di piccoli comuni a quelli per arredi urbani e comprendono anche caserme di polizia locale, qualche caserma dei vigili del fuoco e impianti sportivi, come si può vedere nell’allegato elenco completo.
Il provvedimento, spiega una nota provinciale, nasce dalla volontà della giunta, condivisa dal Consiglio delle autonomie, di mettere in campo una rigorosa, attenta e responsabile operazione di selettività degli investimenti programmati, in modo da rimuovere quelli derivanti da scelte programmatiche che nell’attuale contesto non risultano essere sostenibili, ma che potranno, in seguito al superamento di questo momento di particolare criticità, essere nuovamente valutate.
Le tipologie di opere interessate dalla riprogrammazione ha tenuto conto, sottolinea la nota, delle priorità ma anche del fatto che è necessario evitare duplicazioni di infrastrutture a distanze ravvicinate.
L’intervento, come ha precisato ancora l’assessore Daldoss, non rallenta il volume di opere che ricadono sul territorio; infatti, al sistema dei Comuni trentini resta attribuito, a valere sui fondi previsti dalla normativa in materia di finanza locale, un volume complessivo di finanziamenti per opere pari a circa 521 milioni di Euro dei quali: circa 85 milioni di Euro relativi a 34 opere in corso di progettazione definitiva/esecutiva; circa 375 milioni di Euro per 300 opere in corso di realizzazione; circa 61 milioni in Euro per 54 opere di prossima realizzazione.
A queste si aggiungono le risorse relative al Fut - budget territoriale, che ammontano complessivamente a 146 milioni di Euro circa (circa 220 interventi).
L’operazione avviata con il provvedimento approvato oggi proseguirà con la definizione dei criteri per individuare le opere idonee ad essere realizzate con gli strumenti di partenariato pubblico-privato. Successivamente, sempre d’intesa con il Consiglio delle autonomie, saranno approvati i criteri di riassegnazione e le modalità di utilizzo delle risorse derivanti dall’odierna riprogrammazione, in modo da renderle disponibili alle nuove amministrazioni che si insedieranno dopo la tornata elettorale di maggio.
Dura la reazione del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta: «Non si fa così, questo modo di fare mi irrita molto». La critica, pesante, di Andreatta riguarda le modalità scelte da Piazza Dante per recuperare questi 80 milioni. «Comprendo benissimo la logica delle scelte e dell’individuazione delle priorità, anche perché io stesso sono chiamato a seguirla per il mio Comune - premette - ma il metodo che seguo è un altro. Quello della comunicazione e del confronto con le comunità interessate».
In questo caso, invece, la Provincia ha deciso di tagliare opere che erano già nei bilanci delle amministrazioni locali senza dire nulla. «È una questione di metodo, che però stavolta è anche sostanza», rincara la dose Andreatta, che con un colpo di mano si è visto cancellare i soldi per le piste ciclabili Ravina - Romagnano, Povo - Villazzano, area Zuffo - piazza Cantore, oltre al prolungamento dell’acquedotto per Rovereto e ai soldi per la ristrutturazione della barchessa annessa al Palazzo delle Albere.
«Siccome ci riteniamo amministratori responsabili - continua il sindaco - non avremmo fatto barricate, ma ci avrebbe fatto piacere essere corresponsabili delle scelte che interessano il nostro territorio e non succubi di decisioni prese altrove».
Particolarmente arrabbiato anche l’assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi che, oltre a sottoscrivere le parole del sindaco, aggiunge: «Inaccettabile essere venuti a conoscenza di queste decisioni dai giornali. Stavolta il comportamento della Provincia è stato istituzionalmente scorretto».