Lega, stasera Tosi decide «Può succedere di tutto»
«Non lo so... può succedere di tutto stasera ragiono con il Consiglio della Liga Veneta e vediamo, la situazione è inaspettata»: lo ha detto Flavio Tosi, poco fa, al termine dell’incontro con Salvini, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto cosa deciderà questa sera. «Sono appena uscito dall’ufficio di Salvini, è stato un incontro interlocutorio, sono incazzato ma lucido», ha aggiunto, parlando nel programma di Rai Radio2 «Un giorno da pecora».
«Non lo so... può succedere di tutto stasera ragiono con il Consiglio della Liga Veneta e vediamo, la situazione è inaspettata»: lo ha detto Flavio Tosi, poco fa, al termine dell’incontro con Salvini, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto cosa deciderà questa sera. «Sono appena uscito dall’ufficio di Salvini, è stato un incontro interlocutorio, sono incazzato ma lucido», ha aggiunto, parlando nel programma di Rai Radio2 «Un giorno da pecora».
«Abbiamo ragionato e ci siamo confrontati per capire se ci può essere margine per ricucire una frattura profondissima».
Se si presentassero le liste per le regionali ora - hanno chiesto i conduttori a Tosi - lei come si comporterebbe?
«Per fortuna non si presentano ora. Vediamo se c’è margine per ricomporre oppure no, il problema nasce da quel provvedimento di lunedì dov’è stata commissariata la Liga Veneta. Noi lo riteniamo assolutamente immotivato, non sta nè in cielo nè in terra».
Quindi andrebbe ritirato?
«Questo lo aggiungete voi. Ma è chiaro che è una cosa inaudita e mai accaduta che la Liga Veneta venga commissariata ad hoc per elezioni».
Salvini prima è sembrato chiudere nei suoi confronti e poi l’ha incontrata. Alla fine ha ceduto?
«Può darsi che qualcuno, non so se Salvini o un altro, si sia reso conto che la forzatura di lunedì poteva avere degli strascichi».
Secondo lei ci sono questi margini per ricucire?
«Lo vedremo stasera alla riunione con la Liga Veneta. In questo momento prevale la lucidità dell’incazzatura», ha concluso Tosi.
Il sindaco di Verona ieri aveva alzato i toni dello scontro, mentre Salvini inviava segnali distensivi. Stasera il consiglio della Liga Veneta dovrà, o meglio dovrebbe, mettere nero su bianco le liste della Lega Nord per le elezioni regionali in Veneto. Una guerra di nervi senza quartiere e senza escludere colpi di scena finali.
Il primo colpo lo spara Tosi. Il sindaco ribelle di Verona, sempre più antagonista di Salvini e del governatore veneto uscente Luca Zaia, affila le armi: su suo mandato, tre consiglieri regionali a lui fedeli lasciano il gruppo del Carroccio in Regione per fondarne uno autonomo, «Impegno veneto», per prendere le distanze dalla «deriva a destra di Salvini e della Lega».
A far parte del nuovo gruppo consiliare, il presidente della Liga Veneta, il trevigiano Luca Baggio, il leghista cadorino Matteo Toscani e un consigliere del gruppo misto, Francesco Piccolo, veneziano, ex Pdl. «La deriva a destra di Salvini non mi piace. Sono con Tosi», ha spiegato Baggio riassumendo in sostanza anche le valutazioni degli altri due colleghi.
È la risposta alla lettera inviata ieri dalla segreteria federale leghista che ha intimato allo stesso Tosi e a chi gli è vicino di lasciare la fondazione «Ricostruiamo l’Italia» a meno che non vogliano essere espulsi dalla Lega. Una condizione inaccettabile per il sindaco di Verona che, a questo punto, è tentato dall’ipotesi di scegliere in autonomia («come prevede lo statuto della Liga», spiegano i suoi) i candidati leghisti per le regionali.
A Milano si gioca a parti invertire. Salvini butta acqua sul fuoco. «Mi auguro che tutti facciano la loro parte. Io ho stima di Tosi, come sindaco e come dirigente politico, e credo che se faremo una campagna seria a fianco di Zaia, come ci chiedono i veneti, per Flavio Tosi ci sarà tanto futuro in Lega, nel rispetto delle diversità».
Ma la minaccia di Tosi ha messo in allarme il partito in Veneto: nel consiglio di stasera il primo cittadino scaligero dovrebbe contare su una maggioranza schiacciante (14 consiglieri su 18) che gli permetterebbe l’approvazione di liste di suoi candidati. Ipotesi che Luca Zaia e Stefano Bitonci guardano come fumo negli occhi malgrado la presenza del «mediatore/commissario» Giampaolo Dozzo alla riunione.
È un problema non da poco. Se si arrivasse davvero all’approvazione delle liste di Tosi, Salvini sarebbe costretto ad invalidarle e a commissariare la Liga Veneta. Se così fosse, non è da escludere che i candidati indicati da Tosi presentino un ricorso contro Salvini in tribunale. Insomma, lo scontro Tosi-Salvini finirebbe nelle aule di un tribunale proprio alla vigilia del voto regionale. Un guaio per i leghisti, lombardi e veneti.
La via d’uscita potrebbe essere una coalizione pro Zaia governatore, appoggiata da Lega, FI e Fdi; mentre la lista Tosi correrebbe a sostegno. Tosi porterebbe con sé Ncd e Corrado Passera, risolvendo anche un problema ai centristi.
Angelino Alfano è pronto ad appoggiare la liste del sindaco veronese anche se questi corresse da solo ma rischierebbe di perdere pezzi del partito. Gli esponenti di Ncd ed Udc in Veneto, infatti, sono tentati dalla creazione di liste civiche pur di seguire Zaia, anche a costo di non seguire la linea del partito decisa a Roma. L’ultima parola spetta a Salvini anche se - spiegano fonti interne - il segretario leghista è convinto che Zaia possa vincere le regionali anche senza Tosi e Ncd