Sono iniziati alle 14.30 i funerali di Oskar Piazza, nella sua Mori. Ma le persone hanno inziato ad arrivare molto prima, vogliose di salutare per l'ultima volta il tecnico del Soccorso alpino scomparso tragicamente in Nepal a seguito del sisma che ha ha sconvolto il paese asiatico. Tantissime persone, la famiglia e gli amici, i colleghi e semplici cittadini colpiti dal lutto, hanno gremito la chiesa per l'estremo ciao all'amico.

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IL FERETRO AL NUCLEO ELICOTTERI

Il feretro di Oskar Piazza vi era arrivato attorno alle 23.20, direttamente dall’aeroporto di Milano Malpensa dove la salma era atterrata, a bordo di un volo proveniente da Kathamandu via Doha, assieme a quella di Gigliola Mancinelli, medico marchigiano che in Nepal ha subito la stessa sorte di Piazza, oltre che dei trentini Renzo Benedetti, Marco Pojer e di poco meno di altri 8.000 tra nepalesi e stranieri. Accolto dai familiari, da alcuni colleghi e dalla compagna Luisa Zappini, il feretro di Piazza è stato condotto direttamente a Trento. Ad attenderlo, decine di amici: tecnici ed operatori del Soccorso alpino trentino, piloti, tecnici e personale medico dell’elisoccorso, vigili del fuoco, semplici amici. Oltre alle autorità, con il presidente Ugo Rossi e l’assessore provinciale alla Protezione civile Tiziano Mellarini, che si sono stretti ai familiari.

Per tutti, ha parlato il presidente del Soccorso alpino trentino, Adriano Alimonta: «Non mi ero preparato alcun discorso, dato che hanno voluto che parlassi io, non ho fatto altro se non quello che mi veniva spontaneo: mi sono avvicinato ad Oskar e gli ho parlato, l’ho salutato, a nome anche di tutti, con semplicità». «Questa è la tua casa, ci hai sempre aiutato. Ora ci aiuterai da lassù», ha chiosato sempre Alimonta. Poi, il mesto, silenzioso omaggio dei tanti presenti alla salma, prima della partenza del feretro per Mori, dove è rimasto nella cappella del cimitero nelle ore precedenti al funerale di questo pomeriggio.