Fusioni comunali in Trentino: domenica 19 referendum
Si ridisegna un pezzo del Trentino amministrativo con l'appuntamento di domenica prossima 7 giugno 2015, quando si terranno 19 referendum consultivi che coinvolgeranno gli elettori di 55 comuni, chiamati ad esprimere il proprio parere sull'unificazione dei loro municipi. Il via libera alle consultazioni è stato dato alla Giunta regionale lo scorso 22 aprile, che ha indetto 19 distinti referendum, come previsto dalla legge, in seguito ad altrettanti processi di fusione avviati dalle amministrazioni comunali interessate.
I cittadini consultati.
La data del 7 giugno è stata ritenuta la più opportuna, non troppo vicina al voto di ballottaggio del 24 maggio per il rinnovo di alcuni consigli comunali, e, a scuole ancora aperte, lontana dalla partenza per le ferie estive. I 55 comuni coinvolti hanno una popolazione complessiva di 35.064 abitanti: 17 con una popolazione sotto i 500 residenti, da Brione, il più piccolo con 128 abitanti a Fiera di Primiero (476); 18 con una popolazione tra i 501 e i mille abitanti, da Vigo Rendena (510) a Villa Agnedo (990); 20 con più di mille abitanti, da Villa Rendena, il più piccolo di questo gruppo con 1.014 residenti, a Civezzano, il comune più grande che va a fusione (4.038 abitanti).
I possibili nuovi Comuni.
I 19 referendum indetti, se i cittadini diranno in maggioranza sì in tutti i comuni, porteranno alla nascita dei seguenti nuovi Comuni: Albiano Lona Lases, mediante la fusione dei comuni di Albiano e Lona Lases; Altavalle, frutto del «matrimonio» tra Faver, Valda, Grumes e Grauno; Altopiano della Vigolana, con la fusione dei comuni di Bosentino, Vattaro, Vigolo Vattaro e Centa San Nicolò; Amblar-Don, mediante la fusione dei comuni di Amblar e Don; Borgo Chiese, che unisce Brione, Cimego e Condino; Borgo Lares, con l'accorpamento di Bolbeno e Zuclo; Castel Ivano , mediante la fusione dei comuni di Strigno, Spera e Villa Agnedo; Cembra Lisignago , che «fonde» i comuni di Cembra e Lisignago; Civezzano Fornace, matrimonio tra Civezzano e Fornace; Madruzzo, che in valle dei Laghi unisce i comuni di Calavino e Lasino; Porte di Rendena , che in bassa valle accorpa Villa Rendena, Vigo Rendena e Darè; Primiero San Martino di Castrozza, mediante la fusione dei comuni di Fiera di Primiero, Tonadico, Transacqua e Siror; Tesino con la fusione dei comuni di Pieve Tesino, Castel Tesino e Cinte Tesino; Rendena Terme , tra i comuni di Caderzone Terme, Bocenago e Strembo; Tre Ville , nelle Giudicarie, mediante la fusione dei comuni di Ragoli, Preore e Montagne; Vallelaghi, matrimonio tra Terlago, Vezzano e Padergnone; Ville d'Anaunia, mediante la fusione dei comuni di Tuenno, Nanno e Tassullo; Sella Giudicarie , che nelle valle del Chiese sarebbe frutto della fusione dei comuni di Breguzzo, Bondo, Lardaro e Roncone; Contà , con la fusione dei comuni di Cunevo, Flavon e Terres.
Occhio al quorum.
I 19 referendum, domenica 7 giugno, avranno luogo dalle ore 8 alle ore 21. Attenzione, però: affinché il referendum sia valido, è necessario che in ogni comune partecipi almeno il 40% degli aventi diritto al voto e le fusioni saranno possibili se in ogni comune i voti favorevoli saranno la maggioranza di quelli validamente espressi. Gli elettori residenti all'estero, pur avendo diritto al voto, non saranno computati per la determinazione del numero dei votanti necessario per la validità del referendum. Nulla è dare per scontato. Il vincolo del 50% più uno dei favorevoli in ogni comune, è l'elemento che ha fatto fallire i referendum a Castel Condino (per sedici voti mancati), per la nascita del Comune di Borgo Chiese con Cimego, Condino e Brione, che il 7 giugno ci riprovano da soli, e a Malosco, dove sono mancati tre voti per la costituzione del Comune di Altanaunia.
Scenario post referendum.
La consultazione del 7 giugno ha dimensioni rilevanti, perché coinvolge oltre il 25% dei comuni del Trentino. Attualmente, i comuni sono 210, ma dal primo gennaio 2016 saranno 208, con l'avvio operativo dei comuni di Dimaro Folgarida e Pieve di Bono-Prezzo. In pochi anni, una rivoluzione. I comuni trentini erano 223 a fine 2009, prima che diventassero realtà le due fusioni battistrada che hanno portato alla nascita dei nuovi comuni di Ledro e Comano Terme. Ecco, nel caso il 7 giugno tutti i 19 referendum andassero a buon fine, il Trentino si ritroverebbe dal prossimo anno con 172 comuni, 51 in meno in sette anni. Se vinceranno i «sì», gli organi dei Comuni saranno prorogati fino al 31 dicembre prossimo, quindi dal primo gennaio sarà nominato un commissario per portare la popolazione al voto nella primavera 2016, per eleggere sindaco e organi del nuovo Comune. Se invece a prevalere saranno i «no», i cittadini saranno chiamati alle urne il prossimo autunno (tra il 1° novembre e il 15 dicembre), per rieleggere gli organi in proroga (le elezioni del 10 maggio non si sono tenute) degli attuali comuni.
Comunità non interessate.
Metà Comunità di valle non sono «toccate» dall'appuntamento referendario per le fusioni. Nessun comune della Vallagarina, dell'Alto Garda e Ledro, della Valle di Sole, della Rotaliana-Königsberg, della Paganella, della Val di Fassa, della Val di Fiemme e degli Altipiani Cimbri è coinvolto nella consultazione del 7 giugno. Qualcosa, in queste realtà, potrebbe però muoversi in futuro.