Nuovo ospedale non più alle Ghiaie ma a Mattarello Il Comune frena: la Provincia ci dimostri che è meglio
«Una variante di opere pubbliche può richiedere almeno un anno: non basta infatti il sì della giunta, ma servono due approvazioni in consiglio comunale. Noi non abbiamo preconcetti sull'ipotesi di spostare il Not da via al Desert a Mattarello, ma la Provincia ci deve dimostrare in modo inconfutabile che ne vale la pena da tutti i punti di vista e che cosa meno».
Paolo Biasioli, vicesindaco e assessore all'urbanistica del Comune di Trento, affronta con realismo la questione dello spostamento del progetto del nuovo ospedale dalle Ghiaie, dove oggi è previsto, alla località San Vincenzo a Mattarello.
Il governatore Ugo Rossi e l'assessore alla salute, Luca Zeni, sembrano voler spingere verso questa nuova soluzione che offrirebbe - dicono - vari vantaggi, soprattutto di risparmio, ma Biasioli fa presente che «tra il dire e il fare» ce ne corre, perché modificare la localizzazione non è una cosa che si può decidere dalla sera alla mattina, ma richiede un iter democratico di consultazione e deliberazioni, che ha i suoi tempi, che difficilmente possono essere compressi nei «6 mesi» indicati dall'assessore Zeni come termine per l'indizione del nuovo bando di gara per l'ospedale.
Vicesindaco Biasioli, cosa pensa dell'idea della Provincia di spostare il Not a Mattarello?
Io non ho preclusioni sul fatto di verificare anche questa possibilità visto che si deve rifare il bando. Ricordo però che negli ultimi dieci anni abbiamo lavorato perché il Not sia dove è previsto oggi dal piano regolatore e abbiamo anche modificato le nostre norme perché fosse possibile per quanto riguarda l'altezza della struttura, visto che l'altezza massima in città è di 16 metri e mezzo e noi abbiamo consentito che l'ospedale possa arrivare a 5 piani. È vero che l'area di Mattarello non era mai stata contemplata e quindi ci possiamo ragionare, però in questo caso c'è bisogno di una variante di opere pubbliche perché il solo cambio di sigla non è sufficiente. Serve un ragionamento più ampio.
Quindi richiederebbe un iter non breve.
Non basta un cambio di sigla perché a Mattarello stiamo parlando di un'area a destinazione militare per le caserme e quindi serve una variante, che vuol dire due passaggi in consiglio comunale, nel caso di osservazioni. È chiaro che tra tutte le valutazioni su un eventuale spostamento va considerato anche questo. Noi, a differenza della Provincia, non possiamo decidere da soli come giunta. Se si dovesse imboccare la strada della nuova localizzazione dovremmo come minimo andare a confrontarci con le circoscrizioni di Mattarello e Oltrefersina per presentare la nuova soluzione, poi passare in commissione urbanistica e poi andare in consiglio comunale. Le scelte urbanistiche, infatti, sono del consiglio comunale, dunque della città ed è giusto che ci sia questo percorso democratico, ma è chiaro che non si può avere fretta.
Quindi è impossibile che entro sei mesi il Comune riesca ad approvare una variante urbanistica per spostare l'ospedale?
È difficile, anche se tutti fossero d'accordo, ci sono dei tempi tecnici. Oltre tutto abbiamo già in cantiere altre varianti come quella per il commercio e le deroghe per la Whirlpool su cui siamo impegnati.
La localizzazione del Not dove è prevista oggi secondo lei che vantaggi offre?
Se dobbiamo fare un ragionamento sui costi, allora direi che va considerato quanto già speso per l'approntamento dell'area in via al Desert, con la realizzazione della protonterapia, che resterebbe isolata. E sono circa 40-50 milioni. Inoltre, se è vero che a Mattarello ci possono essere dei vantaggi economici dal punto di vista della viabilità e dei parcheggi, faccio presente che per noi anche se venisse spostato il Not comunque è necessario risolvere il problema della pericolosità del cavalcavia di Ravina e dunque un intervento sulla viabilità andrà fatto. Poi il Not alle Ghiaie è più vicino e accessibile alla città, anche a piedi e c'è il progetto di allungare la Trento-Malé.
A Mattarello non si faranno più le caserme previste nell'accordo quadro con lo Stato. Voi cosa vorreste fare di quell'area?
Intanto, vorrei ricordare che non c'è scritto da nessuna parte che le caserme non si fanno più. Non c'è ancora stato un formale aggiornamento dell'accordo di programma quadro. Come Comune infatti vogliamo capire se i militari resteranno alla caserma Pizzolato e che ne sarà del distretto militare. Avevamo dei progetti anche su queste aree quindi ci serve che sia chiarito dallo Stato e dalla Provincia quali aree resteranno nella nostra disponibilità e quali no. Penso che definire questo dovrebbe essere propedeutico a ogni discussione sull'eventuale spostamento del Not a Mattarello. I terreni di Mattarello potrebbero tornare ad uso agricolo e per lo stadio.