Senato, armistizio annunciato fra Renzi e Bersani
Da Renzi è arrivata "un'apertura significativa". Se quest'apertura vuol dire "che i Senatori saranno eletti" nell'ambito delle elezioni regionali e che al consiglio regionale sarà riservata una funzione di mera ratifica "per noi va bene", la mediazione sulla riforma costituzionale è trovata e "non abbiamo bisogno di Verdini".
Pierluigi Bersani ha salutato così le parole di Matteo Renzi, per segnare una distanza fra il segretario e la minoranza Pd che, in vista del voto decisivo al Senato, pare essersi sensibilmente ridotta. Fra la partecipazione alla direzione Pd dove avrebbe potuto spiattellare in faccia al premier tutte le contrarietà sulla riforma e la festa dell'Unità di Modena dove poter parlare ad una platea di militanti che gli riservano sempre, almeno in Emilia, un'accoglienza molto affettuosa (corroborata da qualche comune insofferenza verso certi aspetti della politica renziana) Bersani non ha avuto dubbi. "Ho letto - ha detto, prima del tradizionale giro per le cucine per salutare i volontari - che avrei disertato la direzione, no. Ho mantenuto l'impegno con la grande festa di Modena. Non ho mai fatto in vita mia un bidone alle feste dell'Unità".
E qui Bersani si sente a casa: parla a cuore aperto, pesa un po' meno le parole di come farebbe in uno studio tv, si lascia scappare qualche battuta in dialetto. E così, la festa che appena sabato scorso aveva trionfalmente accolto Renzi insieme al presidente della Francia Hollande, ha salutato ed ascoltato con attenzione il vecchio segretario del partito, venuto a spiegare cosa c'è, dal suo punto di vista, che non va nell'azione politica del suo giovane successore, soprattutto sul tema più caldo.
"Ci si arrampica sui bizantinismi - ha detto a proposito dell'elezione dei senatori - e invece come si dice qui in Emilia la questione sta in poco posto: decidono gli elettori o si fanno le trattative a tavolino per decidere in consiglio regionale chi va a fare il senatore? È una cosa molto semplice, sono mesi che noi diciamo che devono decidere gli elettori: non diamo fiato all'antipolitica con soluzioni cervellotiche. Se si trova il modo per affermare, nella sostanza, questo principio, noi siamo d'accordo. Se si rafforza la democrazia è un buon correttivo".
Pace fatta, quindi? Presto per dirlo. "Adesso vedremo al Senato come verrà tradotta questa indicazione", precisa Bersani. In ogni caso è certo che le insofferenze nei confronti delle politiche del governo non si esauriscono con un accordo sulla riforma del Senato. "Se semini concetti di destra - ha detto Bersani - raccoglierai la destra. Sono stati buttati lì degli argomenti che ci stanno entrando in testa: è ora di tornare tirare su le bandiere del centrosinistra".