Daldoss: personale provinciale ai Comuni? Non se ne parla
«È una boutade: la prendo come tale». L'assessore provinciale rimanda al mittente (i Comuni) la richiesta di personale
«È una boutade: la prendo come tale». Vai a chiedere all'assessore Carlo Daldoss , come hanno fatto il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer e quello di Riva del Garda Adalberto Mosaner, trovando sponda nel presidente del Consiglio delle autonomie Paride Gianmoena, che «la Provincia metta a disposizione dei Comuni propri dipendenti sottoutilizzati», e riceverai una risposta franca, diretta: «Non è immaginabile che il sistema dei Comuni possa avvalersi di personale della Provincia».
E così l'assessore agli enti locali che ha aperto la «trattativa» con i Comuni per il protocollo della finanza locale 2016, spegne sul nascere ogni ambizione «comunarda», che Gianmoena ha così sintetizzato: «In una logica di solidarietà, la Giunta provinciale può individuare un contingente di persone da mettere a disposizione per garantire i servizi sul territorio». «Se il sistema dei Comuni avesse davvero bisogno di personale della Provincia» osserva Daldoss «vorrebbe dire che l'intero progetto delle gestioni associate e delle fusioni non darà i risultati che ci siamo prefigurati». Una questione «calda», quella della stretta sul personale per contenere la spesa corrente dei Comuni, che si somma ai vincoli del Patto di Garanzia con Roma, per rispettare i quali la Provincia chiede che nel 2016 i Comuni facciano per intero la loro parte, recuperando 126,1 milioni (9,1 in più dei 117 del 2015), e al budget per gli investimenti, contenuto in 94 milioni rispetto ai tempi d'oro della precedente legislatura.
«Voglio essere chiaro» dice Daldoss «se i Comuni ritengono che il limite del turn-over proposto al 10% (vale a dire sostituzione del personale nei limiti del 10% del costo del personale cessato dal servizio l'anno prima, ndr), che è il limite che si è posta la Provincia per il futuro, è troppo limitante e chiederanno il 20%, si può fare, non faremo barricate. Ma i Comuni sappiano che dovranno comunque far quadrare i conti».
E quindi?
«Più intelligente la proposta, fatta da Gianmoena, di una regia unica, presso il Consiglio delle autonomie, per la gestione di un plafond di sostituzioni, da autorizzare in modo selettivo per le emergenze, senza automatismi per ogni territorio. Si può anche immaginare che le gestioni associate funzionino in maniera più "larga", ad esempio affidando la gestione dei tributi alla Comunità di valle».
Al dunque, l'invito di Gianmoena di considerare il sistema Provincia-Comuni una "famiglia", per cui la Provincia potrebbe individuare un contingente di personale per aiutare i Comuni, definendo criteri per la mobilità, va a farsi benedire?
«Ammesso che delle disponibilità ci siano» risponde Daldoss «non si può ragionare in questo modo. La Provincia metterà in "esubero" 208 dipendenti nel 2016, da una sostituzione ogni cinque pensionati si passerà ad una ogni dieci. In prospettiva, il dimagrimento è notevole, stiamo attuando il piano di miglioramento da 200 milioni di euro...».
Ma c'è del personale sottoutilizzato, come dicono i sindaci?
«Può darsi. Ma all'urbanistica, fatta la legge e con i piani approvati da gestire, dico che siamo più che tirati. E all'edilizia sono andati via in sette in tre anni: sono rimasti in nove! Bisogna essere concreti, non procedere per slogan. Le risorse sono poche, aggredire le spese correnti è necessario per avere qualcosa da investire. Credo che una soluzione equa la troveremo».