Profughi e migranti cambiano rotta In Italia meno sbarchi e più richieste d'asilo
Meno sbarchi, più richieste di asilo. Nel 2015 la migrazione «cambia rotta» e «geografia di partenza». E pur non registrando «ulteriori forti aumenti», rispetto al «record» del 2014, gli arrivi in Italia conservano ancora «un’intensità molto elevata». Secondo il «Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia», presentato oggi al Viminale, dal primo gennaio al 10 ottobre sulle nostre coste sono sbarcate 136.432 persone, il 7,4% in meno rispetto l’anno precedente.
Il Paese più rappresentato è l’Eritrea (36.838), nel 2014 era la Siria (43.323).
Nonostante il leggero calo di arrivi via mare, non è diminuito il lavoro delle Commissioni territoriali per l’esame delle istanze dei richiedenti asilo, che nel 2015 sono aumentate del 31%. Tra i migranti giunti in Italia, a oggi 99.096 sono in strutture di accoglienza. Un sistema, osserva il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, che «funziona» e che, secondo le stime del Viminale, nel 2015 costerà allo Stato circa 1,1 miliardi di euro. Ma non tutti i migranti giunti in Italia resteranno nel nostro paese: «40 mila - ha ricordato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano - saranno ricollocati in Europa».
Ieri da Ciampino sono partiti in 68 verso Svezia e Finlandia.
«Nessuno credeva che l’Europa si sarebbe fatta carico di prendere i migranti dal nostro Paese - ha sottolineato Alfano - in Europa siamo stati credibili e quindi siamo stati creduti».
SBARCHI IN CALO DEL 7,4% - Secondo il Rapporto, al 10 ottobre sono 136.432 i migranti giunti in Italia via mare, contro i 147.377 dello stesso periodo del 2014. Provengono per lo più da Eritrea (36.838), Nigeria (18.452) e Somalia (10.605). Sono cambiate, dunque, le rotte della migrazione verso l’Europa e l’Italia. Secondo Frontex, nel secondo trimestre 2015 il flusso attraverso la rotta balcanica «è senza precedenti»: 54.437 migranti, pari alla somma del 2013-2014 (54.692).
FINORA 61.545 RICHIESTE D’ASILO - Il 31% in più di quelle giunte nello stesso periodo del 2014 (47.130). In crescita anche il numero di richieste esaminate (+70%): 46.490 nel 2015, contro le 27.393 del 2014. 23.905 le domande rigettate quest’anno, 9.564 l’anno scorso. Lo status di rifugiato è stato riconosciuto a 2.549 persone, la protezione sussidiaria a 7.242, quella umanitaria a 10.821. Per quanto riguarda il trasferimento dei richiedenti asilo sulla base del regolamento di Dublino III, i dati al primo semestre 2015 registrano 4.871 richieste di competenza dall’Italia ai Paesi membri Ue, a fronte di 14.019 richieste di competenza dai Paesi Ue all’Italia. Al 7 settembre sono rispettivamente 7.071 e 17.224.
10.322 I MINORI NON ACCOMPAGNATI - Sono il 73% di tutti i minori soccorsi negli ultimi mesi (14.109). Un dato «significativo - osserva il gruppo di lavoro che ha redatto il Rapporto - meritevole di grande attenzione politica e amministrativa».
99.096 PERSONE IN STRUTTURE ACCOGLIENZA - Il 72% (70.918) è sistemato in strutture temporanee (ricettive, pubbliche e private), il 21% (21.814) nella rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), il 7% (7.290) nei Cara (Centri di accoglienza per i richiedenti asilo), mentre 464 persone si trovano nei Cie. Le regioni che accolgono più migranti sono Sicilia e Lombardia (ciascuna circa un 13%). In futuro, ha detto il Capo dipartimento Libertà civili e Immigrazione, Mario Morcone, «i protagonisti dell’accoglienza devono essere i sindaci» per favorire un’accoglienza diffusa sui territori.
1.162 MLN EURO PER ACCOGLIENZA IN 2015 - In particolare 918,5 milioni dovrebbero servire a coprire le uscite per le strutture governative (Cara, Centri di accoglienza, Centri di primo soccorso e accoglienza) e temporanee - 30-35 euro al giorno per i migranti adulti e a 45 euro per i minori- e 242,5 milioni quelle per i centri Sprar - 35 euro pro capite al giorno. Questi costi, «in gran parte riversati sul territorio sotto forma di stipendi a operatori, affitti e consumi, rappresentano lo 0,14% della spesa pubblica nazionale complessiva». Quello dell’accoglienza, ha concluso Manzione, «non è un mondo che lucra», «è l’opposto del ‘Mondo di mezzò».
Ma Cittadinanzattiva, LasciateCIEntrare e Libera denunciano comunque il «preoccupante silenzio sugli affari che si nascondono dietro i migranti».