Una funicolare per Povo, stazione corriere all'ex Sit
Su due riorganizzazioni della città, Comune di Trento e Provincia hanno trovato l'accordo. Si tratta dello spostamento della stazione delle corriere all'ex Sit con contestuale allungamento della linea ferroviaria tra Trento Malè e la linea della Valsugana almeno fino a protonterapia se non fino a Mattarello. E del collegamento tra la città e Povo per cui si pensa, invece, a una funicolare.
Ma se i due assessori Gilmozzi ai lavori pubblici, Mauro, per la Provincia, e Italo, per il Comune, hanno trovato l'intesa sugli obiettivi, ora si è alle prese con la ricerca delle risorse. Per la parte cittadina dell'allungamento della Trento Malè, si stima un costo di circa fino a Mattarello 150-200 milioni di euro, di cui 30 solo per spostare la stazione degli autobus e realizzare il nuovo nodo intermodale, un'altra trentina di milioni sono previsti per la funicolare di Povo.
La cifra che le casse pubbliche trentine devono trovare è pari a circa il 60% dei 60 milioni di euro, cosniderando solo ex stazione dei bus e Trento-Povo. visto che c'è la possibilità che dall'Europa ne arrivi almeno il 40%. La partita, in ogni caso, è più ampia: per completare il collegamento ferroviario con la città, l'ex Sit e Mattarello, invece, ne servirebbero altri 100 almeno.
Priorità per il Comune e Provincia
«Il vertice tra le due giunte è stato utile perché si sono messi sul tavolo gli obiettivi da perseguire e su cui si è d'accordo» spiega Italo Gilmozzi. Per l'assessore del Comune di Trento «le due priorità per noi sono quelle dell'asse nord-sud del trasporto pubblico collegato allo spostamento della stazione delle corriere all'ex Sit e al futuro ospedale e quella del collegamento tra la città e Povo, per dare risposte agli studenti universitari e ai residenti di quella zona, e per ridurre il traffico auto che insiste sulla città».
Almeno 30 milioni da trovare
Per quanto riguarda le due operazioni di «revisione» del traffico cittadino da realizzare, la stima dei costi iniziali è di circa una sessantina di milioni. Per quanto riguarda entrambi i progetti si punta a un cofinanziamento europeo che possa coprire una fetta del costo complessivo sia sotto forma di prestito agevolato sia sotto forma di fondi europei veri e propri.
Fondi di corridoio per la ferrovia
Nei fondi di corridoio del Brennero, ci sono risorse destinate all'interconnessione tra la futura nuova ferrovia del Brennero e la mobilità del territorio. In vista c'è un bando europeo che partirà nei prossimi sei mesi e al quale la Provincia dovrebbe partecipare per portare a casa un finanziamento che copre tra il 25 e il 40% del costo del nodo intermodale all'ex Sit. Come detto rispetto ai 30 milioni dell'operazione spostamento della stazione delle corriere, si arriverebbe a coprire al massimo 12 milioni. Sui 200 milioni del collegamento tra città e Mattarello con la ferrovia altri 80 milioni di euro. «Tentiamo come Provincia di ottenere le risorse per una soluzione di mobilità sostenibile e intermodale: all'ex Sit ci sarebbero treno, bus e funivia oltre alle bici» dice Mauro Gilmozzi.
La Bei in soccorso della funicolare
Meno oneroso nei costi, di più se si guarda alle fonti di finanziamento è il progetto relativo al collegamento con una funicolare di Povo con la città. Dei 25-30 milioni di euro necessari, si sa che potrebbe intervenire la Bei, ossia la banca europea per gli investimenti, con un finanziamento a tassi agevolati che potrebbe coprire il 50% della cifra.
Risorse da trovare in modo nuovo
Per trovare altre risorse nei bilanci pubblici bloccati dal patto di stabilità, Mauro Gilmozzi chiarisce che si dovrà ragionare ad ampio raggio. «Ad esempio decidendo cosa fare sull'area delle corriere che si libera assieme ai privati che a loro volta potrebbero prendersi in carico delle opere compensative da realizzare».