Referendum comunali il quorum scende al 25%
Ha fatto discutere la proposta di modifica del regolamento e dello statuto comunale in merito agli istituti di partecipazione popolare, ovvero dei dispositivi concernenti la possibilità da parte dei cittadini di attivarsi per chiedere consultazioni e referendum in ambito cittadino o circoscrizionale. La delibera presentata ieri in consiglio comunale, ha infatti suscitato una vivace discussione, in particolare in relazione alle modifiche proposte dalla commissione dei capigruppo rispetto a quelle presentate da alcuni cittadini riunitisi, la scorsa estate, per elaborare un progetto di coinvolgimento popolare più esteso possibile.
Il provvedimento in esame, che tornerà in discussione nella seduta di questa sera, è stato elaborato sulla base della normativa regionale per la quale è richiesta l'adeguazione entro il prossimo 10 dicembre.
Tra i cambiamenti avanzati dalla commissione dei capigruppo vi è la conferma del limite minimo delle sottoscrizioni per la proposta di consultazioni popolari a livello comunale e per le circoscrizioni (pari al 3% degli aventi diritto al voto per la città e al 10% per i sobborghi). Si prevede poi una diminuzione del quorum di cinque punti in percentuale, dal 30 al 25%, e si proroga di sessanta giorni il termine per la raccolta delle firme, che passa da 120 a 180 giorni dall'ammissione del quesito referendario da parte della commissione esaminatrice. Si introduce quindi il referendum confermativo, al momento assente da regolamento e statuto, e si fissa al 5% la soglia minima delle sottoscrizioni per la relativa presentazione.
Non sono state invece prese in considerazione le richieste presentate dal tavolo dei cittadini promosso dall'associazione Più democrazia in Trentino, che ipotizzava, tre le altre cose, l'eliminazione del quorum, l'estensione delle consultazioni alle delibere di Giunta e l'introduzione del principio dell'esito vincolante per l'amministrazione.
«Stiamo giocando una partita fondamentale per il corretto funzionamento della democrazia in questa città - ha detto la consigliera Marianna Dematté, a nome del Movimento 5 stelle - e siamo nelle condizioni di fermare il declino registrato negli ultimi anni. Purtroppo notiamo che, come spesso accade, si cerca di fare il minimo indispensabile per adeguarsi alla legge, invece di sperimentare forme innovative per promuovere e incoraggiare la partecipazione. Rischiamo di perdere ancora una volta l'opportunità di recepire i segnali provenienti dalla cittadinanza».
Sulla delibera sono stati presentati cinque ordini del giorno, tra cui uno sottoscritto da alcuni consiglieri del Pd-Psi che propone di tornare sull'argomento tra sei mesi, una volta adeguato il regolamento a norma di legge, e una deicida di emendamenti.