Nuovo ospedale di Trento: i tempi si allungano Si complica la manovra per spostarlo a Mattarello
Si allungano i tempi delle scelte per quanto riguarda la collocazione del Not. E aumentano anche i dubbi sulla rapidità di un cambio di rotta tra via Desert, la scelta storica recentemente sconfessata dalla Provincia, e l'area San Vincenzo di Mattarello, sposata dal governatore Ugo Rossi e pienamente avallata dal neo assessore provinciale alla sanità Luca Zeni.
Per la verifica tecnica delle due opzioni è al lavoro una commissione tecnica con tre rappresentanti del Comune, l'architetto Ennio Dandrea, dirigente dell'area tecnica e territorio, Giuliano Stelzer, dirigente del Servizio urbanistica, e Bruno Delaiti, dirigente del servizio di opere d'urbanizzazione primaria e tre della Provincia, il capo del dipartimento salute e solidarietà sociale Silvio Fedrigotti; l'ingegner Raffaele De Col, responsabile del dipartimento infrastutture e mobilità e il professor Giuseppe Scaglione, professore di urbanistica a ingegneria.
I sei saggi avrebbero dovuto terminare il loro lavoro (che non deve arrivare a una scelta, lasciata alla politica, ma valutare i dati a disposizione) entro la fine dell'anno, invece si sono dati appuntamento per un altro paio di incontri dopo l'Epifania.
Ma non è questo che allungherà i tempi dell'eventuale trasferimento del progetto Not. In realtà i paletti procedurali e burocratici sono molto più rigidi di quanto va sostenendo l'assessore Zeni, convinto che il cambio di destinazione d'uso possa essere deciso in quattro e quattr'otto.
Oltre al «sì» del Comune, tutt'altro che scontato e che necessita di una variante con passaggio in consiglio comunale, roba che di solito si prende mesi di lavoro tra commissioni e pareri vari, all'orizzonte appare anche la questione degli espropri. Un particolare che emerge dalla delibera con cui la giunta provinciale nei giorni scorsi ha approvato lo schema di II Atto modificativo e aggiuntivo dell'Accordo di programma quadro tra Stato e Provincia sulla razionalizzazione degli immobili pubblici in città.
Tra le previsioni dell'Atto, approvato nella sostanza ma che attende la formalizzazione anche da parte delle istituzioni, c'è l'abbandono ufficiale del progetto di realizzare la cittadella militare sui 27 ettari di località San Vincenzo a Mattarello. Ma la delibera della Provincia che fa proprio l'Atto svela anche che gli espropri di quelle aree non sono conclusi e per 5 ettari sono ancora in corso. «Con la modifica dell'Accordo Quadro - si legge - è necessario revocare le procedure espropriative in corso procedendo al recupero delle somme già versate e attivare la retrocessione delle aree già acquisite al patrimonio della Provincia».
Questo per la parte di terreni non ancora del tutto pagati. Ma anche per gli altri, la maggior parte, bisognerà comunicare agli ex proprietari, in caso di variazione della destinazione d'uso, che è cambiato il motivo per cui sono stati loro espropriati. E in teoria qualcuno potrebbe anche opporsi.
«Con le cifre che hanno preso non credo succederà ma è difficile prevedere oggi i tempi necessari per concludere. Io procedure pubbliche snelle non mi fido a prevederle» commenta prudente l'ingegner Raffaele De Col. E se lo dice lui...