Vitalizi e pignoramenti: si attende la Cassazione Nel frattempo Rossi e Avanzo se ne lavano le mani
La presidente del consiglio regionale, Chiara Avanzo, e il presidente della giunta regionale, Ugo Rossi, si stanno lavando le mani del tema scottante delle azioni coattive, tramite pignoramento, per cercare di recuperare i vitalizi dagli ex consiglieri regionali, che sono decisi a non restituire un centesimo.
Il 30 dicembre, in un comunicato congiunto hanno infatti annunciato che non procederanno finché non ci sarà la sentenza della Corte di Cassazione «che chiarirà definitivamente la questione della giurisdizione dei ricorsi, fondamentale per poter procedere nelle vie legali». La sentenza che deve stabilire qual è il giudice competente a decidere sui ricorsi degli ex consiglieri dovrebbe arrivare «nei primissimi mesi dell'anno prossimo» dicono Rossi e Avanzo.
Ma proprio nella primavera prossima è prevista la «staffetta» ai vertici della Regione. Avanzo sarà rimpiazzata dall'attuale vicepresidente Thomas Widmann (Svp), tra i più scettici nei confronti della nuova legge sui vitalizi e refrattario all'idea di agire con i pignoramenti tramite Trentino Riscossioni, come volevano fare soprattutto i trentini, e quindi la prospettiva che si agistra in questo modo appare sempre più remota. Anche al vertice della giunta il presidente Ugo Rossi cederà il posto al vice Arno Kompatscher.
Insomma, l'annuncio di Chiara Avanzo sa molto di resa, anche se la presidente autonomista cerca di rassicurare dicendo: «Il Consiglio e la giunta regionale stanno percorrendo la strada tracciata passo dopo passo, con le dovute precauzioni per evitare di perdere tempo imboccando delle vie sbagliate e per contenere il più possibile la spesa». E spiega che dopo un confronto con il procuratore generale della Corte dei Conti avuto a metà dicembre «è stata valutata la strategia migliore: la sentenza della Corte di cassazione, che dovrà stabilire in via definitiva quale sia il giudice competente nei procedimenti giudiziari in corso è fondamentale per poter indirizzare ogni sforzo legale nella direzione giusta. Anche la questione del recupero coattivo è quindi vincolata alla decisione che sarà presa in tempi rapidi dalla Corte stessa».
Ad oggi, degli 87 ex consiglieri interessati dalla riforma, 58 hanno restituito quanto dovuto e 29 non hanno adempiuto alla legge e non hanno restituito, mentre dei 40 non aventi diritto sono 13 coloro che non hanno girato le quote a loro intestate al Consiglio. Di fatto, nel frattempo sono stati recuperati 16.700.000 euro, a cui si aggiungono 600.000 euro che stanno rientrando a rate. Al conteggio mancano quindi ancora 12.166.000 euro, dei quali 5.975.000 euro in quote del Fondo Family ancora intestate a consiglieri che non hanno effettuato la cessione al consiglio regionale e 6.191.800 euro in liquidità non rientrata per contenzioso.