Ex consiglieri, i vitalizi crescono di 200 euro al mese Più ricchi per effetto di una riduzione fiscale sull'Irpef
È questo l'effetto della riduzione dell'imponibile fiscale del 12,64% applicabile agli assegni vitalizi diretti e di reversibilità
L'assegno vitalizio netto che ogni mese viene ricevuto dagli ex consiglieri regionali è più ricco di circa 200 euro (ovvero quasi 2.400 euro l'anno), e lo stesso vale per gli assegni di reversibilità incassati da vedove ed eredi.
L'aumento della busta paga scatta non solo dal 2016, ma è già stato calcolato il conguaglio per tutto il 2015.
È questo l'effetto della riduzione dell'imponibile fiscale del 12,64% applicabile agli assegni vitalizi diretti e di reversibilità secondo quanto stabilito dal parere dato dall'Agenzia delle entrate (Direzione centrale normativa di Roma) il 29 gennaio scorso alla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni.
Nel parere richiesto su sollecitazione di varie Regioni dove i vitalizi, per i nuovi consiglieri, sono stati sostituiti negli ultimi anni da pensioni complementari, si stabilisce che «anche per gli assegni vitalizi erogati dopo la riforma dell'istituto», in Trentino Alto Adige vuol dire dopo il 2012, «la base imponibile debba essere individuata osservando i principi impositivi fissati dalla norma fiscale, finalizzati ad evitare doppie imposizioni».
L'Agenzia delle entrate in sostanza stabilisce che «la quota imponibile dell'assegno vitalizio deve essere calcolata applicando la percentuale risultante dal rapporto tra l'ammontare degli assegni vitalizi e le trattenute complessivamente effettuate nell'ultimo periodo di imposta di vigenza dell'istituto per l'intero anno». L'anno era il 2012 e la percentuale il 12,64. L'ufficio di presidenza del consiglio regionale, presieduto da Chiara Avanzo, ha dunque deciso di applicare le nuove disposizioni stabilite dall'Agenzia delle entrate ai beneficiari di assegno vitalizio e di reversibilità già con riferimento all'anno 2015, operando un conguaglio fiscale che considera la riduzione della base imponibile nella misura del 12,64 per cento. Questo vuol dire che il bilancio regionale dovrà restituire ai singoli beneficiari il maggior importo di imposta Irpef che era stato trattenuto, come sostituto d'imposta, e versato all'erario nel 2015.
Claudio Taverna, commercialista e presidente dell'Associazione degli ex consiglieri regionali del Trentino Alto Adige, si mostra soddisfatto e sostiene: «L'Agenzia delle entrate è stata molto chiara nel suo parere, che vale per tutte le Regioni, e che stabilisce che i vitalizi non sono pensioni così come le indennità non sono uno stipendio. Il regime fiscale è diverso e nel caso di indennità e vitalizi si prevede la riduzione dell'imponibile fiscale applicabile per evitare la doppia tassazione. Non è possibile infatti tassare sia le trattenute per il vitalizio che l'assegno vitalizio». «Ora, oltre al 2015 chiediamo al consiglio regionale - aggiunge Taverna - il conguaglio anche per l'anno 2014».
L'aliquota di detassazione degli assegni vitalizi non è stata determinata infatti a decorrere dall'esercizio 2014, poiché a seguito delle modifiche normative sono cessate le trattenute a carico dei consiglieri regionali finalizzate alla parziale copertura dei costi degli assegni vitalizi e dunque non c'erano gli elementi per determinare il calcolo. Ora, l'Agenzia delle entrate ha stabilito che la percentuale di riferimento rimane quella del 2012.