Azienda sanitaria, «top secret» i nomi dei candidati alla direzione
La giunta provinciale sceglierà il nuovo direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale tra una rosa di sei nomi selezionati da una commissione consultiva tra i 93 candidati che hanno presentato il proprio curriculum. Si conoscerà dunque probabilmente entro aprile - come annunciato - il nome del successore di Luciano Flor, ma non potremo mai sapere a chi questa persona è stata preferita, ovvero chi erano gli altri 92 nomi che sono stati scartati.
La giunta provinciale ha infatti deciso di non prevedere alcun tipo di pubblicità e trasparenza sui candidati in lizza e sulla selezione, ritenendo di trattare la cosa come si farebbe per la selezione di un dirigente da parte di un'azienda privata.
Eppure, in altre Regioni almeno i nomi di chi si propone per essere scelto si possono conoscere, perché sono pubblici, visto che vengono istituiti degli appositi elenchi degli «idonei alla nomina di direttore generale» delle Aziende sanitarie o delle aziende ospedaliere.
La Regione Friuli Venezia Giulia, ad esempio, ha istituito l'elenco regionale nel 2014 al quale per essere iscritti si devono avere una serie di requisiti specifici analizzati da una commissione, anche tramite un test di autovalutazione manageriale. Gli idonei sono risultati essere 177, di cui vengono pubblicati i nomi sul sito.
Un elenco di nomi resi pubblici tra i quali la giunta è obbligata a pescare per nominare i direttori generali e i direttori sanitari, secondo il suo giudizio, visto che rimane pur sempre una nomina politica e non un'assunzione in base a un concorso.
Analoga procedura del Friuli viene seguita anche in Piemonte, dove nel 2014 è stato istituito l'«elenco dei candidati idonei alla nomina a direttore generale di azienda sanitaria regionale» selezionati da una commissione di esperti, che ne ha esclusi 21 e ammessi 304. Anche in Piemonte l'elenco dei candidati è pubblico e tra questi la giunta sceglie chi nominare. E lo stesso nel Lazio. Vi si possono trovare dirigenti già dipendenti delle stesse strutture sanitarie regionali o di altre regioni o dirigenti pubblici o privati in altri settori.
Gli albi regionali hanno anticipato di fatto la legge nazionale, di cui si attendono ora i decreti attuativi, che prevede l'istituzione di un albo a livello nazionale che valga per tutti compresa la Provincia di Trento.
Dopo le dimissioni impreviste del direttore Luciano Flor, il presidente Ugo Rossi e la sua giunta hanno deciso però di non attendere l'istituzione dell'albo nazionale, visti i tempi lunghi, e di procedere alla nomina sulla base della legge provinciale con una selezione «coperta». «Noi non abbiamo un albo provinciale - spiega il presidente Rossi - che supera il problema della privacy. Se facciamo una selezione e non otteniamo il consenso dei candidati a pubblicare i nomi la privacy resta. C'è chi non vuole che si sappia che ha partecipato, anche tra i sei selezionati dalla commissione».