Rischi del trattato commerciale Ue-Usa Oggi a Roma il corteo di denuncia
Greenpeace ha inaugurato poco fa la giornata di mobilitazione nazionale contro il Ttip (Partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti), aprendo dalla terrazza del Pincio a Roma un grande striscione che raffigura Obama e la scritta «Yes we can stop Ttip!»: Il «Ttip è una minaccia per la democrazia, la protezione dell’ambiente, gli standard di sicurezza sulla salute, le condizioni dei lavoratori, a tutto vantaggio delle multinazionali, a cui verrebbe dato un potere senza precedenti».
«Milioni di persone si sono già mobilitate in tutta Europa per fermare questo accordo, scegliendo di difendere gli standard comunitari sulla sicurezza del cibo, sull’uso di sostanze tossiche, sull’assistenza sanitaria e sui diritti dei lavoratori. Per questo, nell’ambito della mobilitazione nazionale, a Roma questo pomeriggio circa 300 organizzazioni daranno vita a un grande corteo che partirà alle 14 da Piazza della Repubblica, per terminare in Piazza San Giovanni» spiega l’associazione.
«È necessario uno stop immediato ai negoziati sul Ttip, ed è l’ora della trasparenza», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia, alludendo anche ai documenti segreti diffusi qualche girono fa dall'organizzazione ecologista.
«Chiediamo conclude - che vengano immediatamente resi pubblici i capitoli mancanti dell’accordo, oltre a quelli già noti grazie ai leaks di Greenpeace Olanda, e che si dia inizio a un vero dibattito pubblico. Sono molti i cittadini e i rappresentanti della società civile che hanno già espresso forte preoccupazione su questo trattato: è ora fare chiarezza».
Anche il premier Matteo Renzi, in passato caloroso sostenitore del trattato, oggi appare più cauto: l’accordo transatlantico Ttip è «un atto positivo, io sono favorevole in teoria: naturalmente va verificato, va controllato, questi temi vanno visti nella pratica», spiega.
Lo ha scritto nella diretta Twitter e Facebook #Matteorisponde. «No segretezza. Ma - ha aggiunto - la libertà di scambio e commercio» è un principio da sostenere.
Al corteo del pomeriggio contro il Partenariato e in difesa dei diritti e dei beni comuni, a cui parteciperanno i movimenti per l’acqua, organizzazioni e comitati, sono attese 10 mila persone.
Alla manifestazione, che partirà da piazza della Repubblica e terminerà a porta San Giovanni, aderisce anche Sinistra italiana che parteciperà con una delegazione di parlamentari.
«Un corteo sfilerà per la città fino a piazza San Giovanni dove già dalla mattina sarà allestito un mercato contadino e una fiera dei beni comuni. Tutti i partecipanti avranno modo di confrontarsi con produttori, contadini e distributori locali e nazionali direttamente coinvolti dall’eventuale approvazione del trattato e in prima linea nel processo di mobilitazione, per capire che cosa non va col trattato e perché è importante fermarlo il prima possibile»,- hanno spiegato gli organizzatori.
Anche l’Unione degli universitari e la Rete degli studenti medi aderiscono alla manifestazione #StopTtip.
«Il Partenariato, che si pone come obbiettivo la ridefinizione delle regole del commercio e dell’economia globale, uniformando la normativa sulla produzione e lo scambio di beni e servizi tra Usa e Ue, sta subendo una forte accelerazione», rilevano gli studenti.
Per Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari, «vista la profonda incertezza delle elezioni negli Usa che potrebbero consegnare un quadro assai complesso, si fa sempre più forte la volontà delle parti in gioco di arrivare celermente ad un accordo, anche solo di facciata, al quale farebbero seguito una serie di tavoli tecnici per garantirne tempi e modalità di applicazione. Anche se la stipulazione del Ttip viene descritta come un fatto meramente tecnico, riteniamo che ci sia molto di più in gioco».
«Questo trattato, infatti, rappresenterebbe un duro colpo ai diritti sociali, ai beni comuni e ai servizi pubblici, come sanità e istruzione, che troppo facilmente si troverebbero sopraffatti dagli interessi di lobby internazionali e delle multinazionali. Sarebbe un grave danno anche per la democrazia, visto che tale trattato andrebbe a limitare la possibilità dei parlamenti di legiferare in determinate materie, lasciando competenze quasi esclusive alle multinazionali», aggiunge Alberto Irone, portavoce nazionale della Rete Studenti Medi.
Ecco una nota diffusa dalla campagnaStopTtip Italia: «“L’Unione europea ha detto di avere ottenuto protezioni per settori sensibili della nostra vita quotidiana” dichiara Monica Di Sisto, tra i portavoce della Campagna Stop TTIP Italia, “come l’agricoltura, il cibo, i prodotti di qualità, ma sono ancora tutti aperti e in molti casi è evidente che li sta solo usando come merce di scambio per quello che vuole davvero: appalti, lavoro senza garanzie e a basso costo, finanza e privatizzazioni senza controllo sulle due sponde dell’Atlantico. Dobbiamo fermarli e subito, il 7 maggio dobbiamo essere tanti e uniti per ottenerlo”.
Nel capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie, che dovrebbe stabilire gli standard di riferimento per la qualità e la salubrità dei cibi, non c’è alcun riferimento a quel principio di precauzione che l’Unione Europea dice di voler salvaguardare, ma vengono ben specificati quegli organismi che promuovono gli standard a livello internazionale, come il Codex Alimentarius, che hanno criteri meno rigidi dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare.
“Nella Cooperazione regolatoria” dichiara Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop Ttip Italia “emerge come la cosiddetta armonizzazione degli standard e delle normative venga fatta al di fuori degli occhi indiscreti degli organismi democraticamente eletti. A dirigere i giochi la Commissione Europea e le Agenzie federali statunitensi. E senza il minimo accenno, peraltro, al Principio di Precauzione”.
“La documentazione resa pubblica oggi” sottolinea Marco Bersani, tra i coordinatori della Campagna Stop Ttip Italia, “dimostra quello che da tempo la campagna Stop Ttip denuncia: il Ttip è un attacco generalizzato ai diritti e alla democrazia. Se ad oggi era la democrazia a definire i limiti del mercato, con il Ttip sarà il mercato a definire i limiti della democrazia. Per opporsi a tutto questo, tutte e tutti in piazza a Roma il prossimo 7 maggio”.
Per questo, per fermare il Ttip, tutelare i diritti e i beni comuni e costruire un altro modello sociale ed economico, equo e democratico la campagna Stop Ttip Italia, sostenuta da oltre 300 organizzazioni e sindacati e da oltre 50 comitati locali che lottano contro la segretezza e la portata del Ttip, invita tutti a un grande appuntamento nazionale: sabato 7 maggio 2016 a Roma».
Il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Agreement) fra l'Unione europea e gli Stati Uniti, di cui si è da poco concluso il 12° round negoziale a New York, è concepito per essere un ambizioso trattato di libero scambio di merci, servizi e investimenti fra i due lati dell'Atlantico.
Un trattato, molto contestato dai movimenti popolari e dai sindacati per gli effetti su consumatori e lavoratori, che, se andrà in porto, creerà la più grande area di libero scambio del pianeta, sommando due economie che insieme, rappresentando oltre 800 milioni di persone, ammontano già oggi al oltre il 46% del Pil dell'intero pianeta.
Un trattato in cui il commercio sarebbe solo la parte minore e le cui conseguenze sarebbero gigantesche e inciderebbero radicalmente sulla vita di entrambi i continenti. Ma sul quale vi sono differenze radicali fra i due continenti nei rispettivi regolamenti in molte aree, dall'ambiente alle regole del mercato del lavoro, dalla proprietà intellettuale ai servizi finanziari.*