Provincia, troppe consulenze Strigliata dalla Corte dei Conti
Nel 2015 sono stati spesi poco più di 32 milioni
La Provincia, gli enti e le società controllate hanno speso nel 2015 per collaborazioni e consulenze esterne 32 milioni 92 mila euro. È vero che la somma è in calo rispetto ai 34,6 milioni di euro dell'anno precedente, ma la Corte dei Conti ribadisce, nel suo giudizio di parificazione del Rendiconto 2015 della Provincia, che «dovrebbero costituire uno strumento del tutto residuale nell'ottica della valorizzazione delle risorse interne e del contenimento di tali voci di spesa».
La spesa complessiva sostenuta nel 2015 dall'intero comparto Provincia per collaborazioni esterne, incarichi di consulenza, studi e ricerca è risultante da un approfondimento istruttorio, scrivono le sezioni riunite della Corte dei Conti per la Regione Trentino Alto Adige nel loro giudizio di mercoledì scorso. In effetti le somme spese per consulenze si trovano in diverse voci di spesa. Sul sito soldipubblici.gov.it, dove il governo mette on line le spese della pubblica amministrazione centrale e locale, purché avvenute con mandato di pagamento elettronico, si legge che la sola Provincia, senza gli enti collegati, ha speso l'anno scorso 5,4 milioni di euro per incarichi professionali esterni e 3,6 milioni per studi, consulenze, indagini e gettoni di presenza. Il resto va cercato in altre voci e negli enti e società collegate.
Il calcolo della Corte dei Conti è che le consulenze 2015 valgono 32.092.883 euro, in calo del 9,32% rispetto all'esercizio precedente. Nel 2014 le consulenze ammontavano a 34.650.275 euro ed erano scese molto di più, del 14,60%, rispetto al 2013.
Nel 2014, peraltro, la cifra maggiore delle consulenze esterne era in capo alla Fondazione Bruno Kessler con 5,1 milioni. La Provincia era seconda con 4,8 milioni. Se confrontiamo questa cifra con i dati riportati sopra e tratti dal sito del governo, si dovrebbe concludere che Piazza Dante da sola l'anno scorso ha aumentato la spesa per consulenze.
La Corte dei Conti, dopo aver riepilogato i dati, ribadisce che «la disciplina provinciale in materia di affidamento incarichi di studio, di ricerca, di consulenza e di collaborazione (legge provinciale n. 23/1990, capo I-bis) contiene varie eccezioni, esclusioni e deroghe ai limiti imposti dalla legge medesima, rendendo, di fatto, più ampia la possibilità per l'Amministrazione provinciale di ricorrere a tali forme di collaborazioni/consulenze, le quali dovrebbero, invece, costituire uno strumento del tutto residuale nell'ottica della valorizzazione delle risorse interne e del contenimento di tali voci di spesa».
Inoltre, per quanto riguarda il rispetto della normativa sulla trasparenza e pubblicità degli incarichi assegnati, secondo la magistratura contabile «permangono tuttora alcune carenze informative (ad esempio sui curriculum vitae dei consulenti/collaboratori)».
Secondo il sito del governo sulla spesa pubblica, nei primi sei mesi di quest'anno tutti gli enti pubblici del Trentino hanno speso complessivamente 4 miliardi 817 milioni di euro, di cui 3 miliardi 272 milioni la Provincia. In questo ambito, Piazza Dante ha speso 1,8 milioni per incarichi professionali esterni, in calo rispetto al primo semestre 2015, e 1,4 milioni di studi, consulenze, indagini e gettoni di presenza, che invece è in aumento sulla stessa voce dei primi sei mesi dell'anno scorso.