Degasperi: dai derivati perdite di 30 milioni, Rossi intervenga
«Dopo un paio d’anni passati a predicare nel deserto finalmente la questione dei derivati di Cassa del Trentino e di Patrimonio del Trentino sta assurgendo agli onori delle cronache. Certo c’è voluta la Corte dei Conti in tutta la sua autorevolezza a mettere nero su bianco in maniera non equivocabile che quanto da sempre sostenuto dal M5S era la pura verità, ma ora i fatti stanno diventando di dominio pubblico in tutta la loro gravità».
Lo scrive in una nota il consigliere provinciale M5S Filippo Degasperi, che invita il presidente della Provincia autonoma, Ugo Rossi, a intervenire.
«Con i derivati - scrive l'esponente cinquestelle - si parla di almeno 30 milioni di perdite stimate, delle quali 15 ormai sicure e a difendere un’operazione indifendibile da ogni punto di vista ormai ci sono rimasti solo i funzionari delle partecipate coinvolte e naturalmente il presidente Rossi, del quale non si capisce se lo faccia perché convinto di quel che gli raccontano i “suoi” tecnici o semplicemente perché non può e non vuole ammettere l’errore e di conseguenza dare ragione al M5S. Sia come sia è chiaro che alla cosa si deve mettere mano prima che le crepe diventino voragini, e la strategia di negare ogni evidenza non può che aggravare la situazione. Si parla di tanti milioni di euro di perdita che, stando alla Corte dei Conti derivano da operazioni “prive di qualsiasi logica”, “in significativa perdita fin dall’inizio”, delle quali è possibile desumere “un’esclusiva natura speculativa”.
Insomma - prosegue Degasperi - la Corte conferma che nella migliore delle ipotesi qualcuno si è messo a fare giochini finanziari con i soldi dei trentini e li ha persi, va da sé quindi che ci dovrebbero essere conseguenze per i responsabili. Invece niente si muove, anzi la linea del governo provinciale è che tutto va bene, che il M5S vuole fare solo polemica politica e che la Corte dei Conti si sbaglia e i derivati sono stati un toccasana (è talmente vero che infatti dopo aver sottoscritto i derivati di cui stiamo parlando nessuno si è più sognato di sottoscriverne altri, chissà come mai).
A fronte di questo completo distacco dalla realtà - conclude il consigliere - torniamo a chiedere al presidente Rossi che si ravveda, ammetta l’errore, metta mano ai derivati cercando di ridurre il più possibile le perdite, accerti le responsabilità e punisca i colpevoli. A tal fine potrebbe persino usare la legge sulla valutazione e il licenziamento dei dirigenti, a suo tempo presentata in pompa magna ma poi rimasta lettera morta. Noi la ritenevamo e la riteniamo una legge inutile ma nel caso specifico saremmo ben disposti a ricrederci se Rossi volesse farne un uso efficace».