Vitalizi, non ci saranno i pignoramenti Kompatscher esclude azioni coercitive
Kompatscher esclude azioni coercitive
Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, che da fine maggio ha preso il posto di Ugo Rossi alla presidenza della Regione, esclude la necessità di procedere ora con azioni coercitive tramite Trentino Riscossioni, come l'anno scorso giunta e consiglio regionale avevano invece annunciato di voler fare, per cercare di recuperare circa 12 milioni di euro di assegni anticipati agli ex consiglieri regionali che non sono stati ancora restituiti.
Kompatscher sostiene infatti che: «La giunta regionale, in sinergia con la presidenza del consiglio regionale, ha messo in campo sollecitamente tutte le azioni necessarie e opportune per il recupero degli importi secondo quanto previsto dalla norma». Specifica inoltre di ritenere che: «Non c'è la necessità ora di procedere con altre azioni perché non esiste un periculum in mora »
Significa che secondo la valutazione del presidente e della giunta non esiste il rischio di subire un irreparabile danno grave a causa del ritardi nel recupero dei soldi, tale da giustificare una azione coercitiva di pignoramento dei beni degli ex consiglieri regionali, che non stanno restituendo le cifre previste secondo il ricalcolo degli anticipi dei vitalizi fatto con la legge del luglio 2014.
«Sappiamo - specifica il presidente Kompatscher - che nel giro di poche settimane dovrebbe esserci un primo pronunciamento sulla fondatezza o meno della questione di legittimità costituzionale della legge, che prevede le restituzioni. È chiaro che questo è un passaggio fondamentale».
Intanto, dunque, la Regione e il consiglio regionale non prenderanno altre iniziative e men che meno chiederanno a Trentino Riscossioni di attivarsi con azioni coattive per recuperare i vitalizi d'oro, procedura che era stata duramente contestata dagli ex consiglieri regionali - quando si manifestò questa possibilità - annuncando che ci sarebbero state immediate reazioni sul piano giudiziario che si sarebbero aggiunte ai ricorsi che sono già stati presentati contro la nuova legge. Proprio nell'ambito di questi ricorsi gli ex consiglieri regionali hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale della legge regionale 4 del 2014 con la quale si è rimesso mano alla legge del 2012, che aveva quantificato i rilevantissimi importi - qualcuno anche oltre 1 milione di euro - assegnati come anticipo attualizzato del vitalizio degli ex consiglieri.
Ora dunque, prima di entrare nel merito dei ricorsi per decidere se gli ex consiglieri devono o meno restituire la parte eccedente rispetto alla cifra ricalcolata dalla nuova legge, i giudici che si stanno occupando delle decine di cause devono esprimersi sulla fondatezza della questione di costituzionalità. È preliminare a tutto. Se la vicenda venisse mandata di fronte alla Corte costituzionale a quel punto tutti i ricorsi verranno congelati e si dovrebbe attendere il giudizio sulla costituzionalità della legge regionale.
Il professor Marino Marinelli, uno dei legali a cui la Regione ha chiesto una consulenza su come procedere, ha comunque risposto ritenendo percorribile sia la strada di un provvedimento di ingiunzione emesso dalla stessa Regione nei confronti dei consiglieri regionali «resistenti», sia tramite l'azione di Trentino Riscossione. La giunta provinciale mostra comunque di avere ben poca voglia di procedere contro gli ex colleghi.