Salvini in versione poliziotto fa il tifo per la «pulizia etnica»
La rabbia dei rappresentanti sindacali delle forze dell'ordine
Un avviso di sfratto a Renzi (da consegnare il 12 novembre a Firenze) e una nuova Opa (ostile, nei confronti di Stefano Parisi) sul centrodestra. Da Ponte di Legno, storica quinta dei raduni leghisti, Matteo Salvini lancia la sua doppia sfida. Ma la notizia, forse, si trova in un dettaglio: il leader del Carroccio non indossa la tradizionale felpa con dedica, ma una maglietta della Polizia con tanto di mostrine. Fin qui niente di nuovo: anche l'anno scorso Salvini scelse di «omaggiare» allo stesso modo le forze dell'ordine. Ma questa volta, sono i temi toccati durante l'intervista a Paolo Del Debbio che hanno innescato una durissima replica dei sindacati degli agenti.
«Quando saremo al governo - ha detto infatti Salvini - daremo mano libera ai carabinieri e alla polizia per ripulire le città. Sarà fatta una sorta di "pulizia etnica" controllata e finanziata come stanno facendo ora con gli italiani costretti a subire l'oppressione dei clandestini» grazie a certi «smidollati che continuano a spalancare le porte agli stranieri».
«Quello accaduto lunedì è un fatto gravissimo», tuona il Sindacato di polizia Siap sottolineando che è «inaccettabile che un politico come Salvini possa continuare a permettersi d'indossare spocchiosamente la divisa della Polizia di Stato promettendo che una volta al potere utilizzerà poliziotti o carabinieri per una sorta di delirante demagogica e pericolosa "pulizia etnica"». Il "bis" della maglietta sul palco non piace nemmeno al segretario del Silp Cgil Daniele Tissone che ritiene che Salvini, puntando a coinvolgere gli agenti, «abbia veramente passato il segno: Polizia e forze dell'ordine - ricorda - stanno dalla parte dei cittadini e delle leggi, tra mille difficoltà e disagi ma, sempre e comunque, al servizio della nostra democrazia e dello stato di diritto».
Fa però spallucce il leader leghista (che segna un punto con l'appoggio «orgoglioso» del Sap, altro sindacato autonomo di polizia) pronto a controreplicare: «Un ex dirigente della Cgil di Genova, tal Roberto Traverso, parlando a nome dei "poliziotti democratici" (?) - scrive in un tweet - mi ha attaccato perché secondo lui vorrei usare Polizia e Carabinieri per effettuare una "delirante, demagogica e pericolosa pulizia etnica" in Italia. Fatemi capire, chiedere regole, ordine e rispetto sarebbe delirante? Chiedere che clandestini e centri a-sociali non sfascino tutto è delirante? C'è chi sta con Renzi e Alfano, io sto con chi ci difende!», conclude.
Del resto il tema della «tolleranza zero» e del «basta con le buone maniere», è stato il filo conduttore del comizio e dei vari interventi sui social. Tutti mirati a parlare ad una platea di centrodestra a cui Salvini rilancia la propria candidatura per la leadership. Per farlo punta al bersaglio grosso annunciando l'organizzazione di una mobilitazione nazionale il 12 novembre - a «casa di Renzi» - per mandare via «il premier, la signora Boschi con Banca Etruria, la Boldrini, Alfano». Poi provoca gli alleati con il più classico «o con noi o contro di noi»: «Vediamo: se saremo in pochi avrà ragione Renzi e avanti con l'immigrazione, le tasse, con le buone scuole che licenziano migliaia di insegnanti, avanti con le riforme sbagliate». Infine, quasi deride l'investitura di Parisi con la versione lumbard del "Fassina chi?" che Salvini dedica all'ex city manager di Milano: «In un primo momento pensavo fosse un giocatore del Milan... Poi ho capito. Cosa vuole fare però non l'ho ancora capito».