Il governo impugna il bilancio trentino
Il ministero dell'Economia l'aveva annunciato e il Governo l'ha fatto. La replica di Rossi
Il ministero dell'Economia l'aveva annunciato e il Governo l'ha fatto. Ieri sera il consiglio dei ministri ha impugnato l'assestamento di bilancio di previsione 2016-2018 della Provincia di Trento «in quanto una norma introduce deroghe in materia di finanza pubblica, ponendosi in contrasto con i principi di coordinamento della finanza pubblica, in violazione degli artt. 117, 119, e 81 della Costituzione».
La questione è quella anticipata sabato scorso dall' Adige e confermata dal governatore Ugo Rossi, ovvero la norma che consente l'utilizzo degli avanzi di amministrazione dei bilanci di Provincia e Comuni trentini in barba alla legge statale 243 del 2012 sul pareggio di bilancio.
Si tratta di almeno 200 milioni di Provincia e Comuni (compresi i 49 milioni di avanzi messi nel Fondo strategico territoriale). Ora tra le contromosse che la Provincia sta studiando c'è il ricorso contro la legge statale per violazione del «patto di Roma» del 2014, mentre si spera che la prossima legge di stabilità sblocchi la possibilità di utilizzare almeno una quota parte degli avanzi del Fondo pluriennale vincolato. Il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, in una intervista a «Italia Oggi» ha lasciato intendere che a Roma si sta studiando questa possibilità.
Ma questo non risolve il problema di principio che sta nel fatto che lo Stato sta chiedendo più di quanto concordato con i patti finanziari siglati con le Province autonome di Trento e Bolzano.
Il deputato Lorenzo Dellai, ex presidente della Provincia e oggi presidente della Commissione dei 12, sul braccio di ferro in corso fra Roma e Trento propone di risolvere la questione cercando un nuovo accordo finanziario sullo stile di quelli di Milano (2009) e Roma (2014).
«Usare per gli equilibri di bilancio l'avanzo e il fondo pluriennale vincolato di entrata e di spesa della Provincia o dei Comuni trentini - riconosce infatti Dellai - è oggettivamente contrario alla recente normativa statale in materia di contabilità pubblica e di armonizzazione dei bilanci. È vero che, attraverso questi meccanismi, lo Stato "di fatto" da un lato pregiudica l'utilizzo di risorse pienamente disponibili della Provincia e dei Comuni, dall'altro impone agli enti del territorio un concorso che va oltre la quantità che le due Province devono assicurare ("onnicomprensivo" salvo variazioni significative dell'andamento generale delle condizioni finanziarie) in base all'accordo di Roma del 2014.
In altre parole, con i nuovi meccanismi di gestione dell'avanzo e del Fondo pluriennale vincolato, «di fatto» lo Stato utilizza per gli obiettivi di finanza pubblica risorse aggiuntive del sistema di finanza provinciale trentina, per un'entità di circa 200 milioni l'anno; e ciò oltre le quantità del concorso pattuito».
Quindi la Provincia ha avuto le sue buone ragioni a procedere comunque con una sua legge, però rischia di mettersi ulteriormente nei guai perché, dice l'onorevole Dellai: «Il problema sta nel fatto che ciò non è conseguenza di misure classiche di finanza pubblica (che, appunto, non possono essere decise per noi senza modificare d'intesa gli accordi in materia di Titolo VI dello Statuto), ma origina dall'applicazione di nuove regole di contabilità pubblica e di armonizzazione dei bilanci. Tali norme, per giurisprudenza consolidata, sono chiaramente valevoli per tutti gli ordinamenti della Repubblica, noi compresi».
E l'ex governatore mette in guardia perciò anche da altre conseguenze: «Non vorrei, per esempio, che in sede di parificazione del bilancio da parte della Corte dei Conti sorgessero problemi. Oppure che ci fossero iniziative di qualche natura da parte di altre Regioni o enti locali».
Dunque, secondo Dellai la Provincia dovrebbe cercare di superare il problema «attraverso una integrazione dell'Accordo di Roma del 2014, da realizzarsi con l'inserimento nella prossima legge di bilancio dello Stato di un articolo (previa intesa) che specifichi la natura "onnicomprensiva" del concorso provinciale alla finanza pubblica nazionale».
E per la copertura il deputato suggerisce di dire «non che da noi non si applicano le norme contabili in materia di avanzi e di fondo pluriennale vincolato, ma che la Provincia integra questa disciplina in modo coerente dentro il sistema dei rapporti finanziari con lo Stato. Per questo si potrebbe prevedere che la Provincia invece che alimentare con le economie di spesa l'avanzo di consuntivo possa destinare le stesse anche in via anticipata alla copertura del concorso finanziario allo Stato previsto dall'accordo di Roma».
LA REPLICA DI UGO ROSSI
«La cronaca insegna che tutti i Governi hanno fatto impugnative nei confronti delle leggi che questo Consiglio ha approvato, aldilà dell’appartenenza politica. Stiamo parlando di una norma votata da questo Consiglio che prevede delle difformità rispetto alle modifiche della legge 243 che introduce le logiche del pareggio di bilancio». Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, intervenendo in Consiglio provinciale all’ indomani dell’impugnativa del governo dell’assestamento del bilancio di previsione della Provincia di Trento per gli esercizi finanziari 2016-2018.
«Noi abbiamo legiferato in senso contrario - ha aggiunto Rossi - perchè abbiamo un ordinamento finanziario collocato nell’ambito del patto di garanzia al quale ci atteniamo, un patto di rango superiore alle norme della 243. Il problema risiede nell’interpretazione di quest’accordo».
«L’approccio che noi avremo - ha proseguito Rossi - sarà quello di impugnare a nostra volta le modifiche alla legge 243. In seconda battuta, stiamo già lavorando politicamente, anche assieme alle regioni a statuto ordinario che hanno lo stesso nostro problema, per evidenziare lo scorretto approccio giuridico da parte del Governo. Il tema è già stato posto all’attenzione del Governo che lo affronterà dentro la legge di stabilità. Da un punto di vista giuridico è evidente che ci troviamo dentro una fase di transizione, che però dobbiamo saper gestire individuando la tematica di cui stiamo parlando», ha concluso Rossi.