M5S: massimo 5 mila euro lordi per parlamentari e consiglieri
Un taglio delle indennità base dei parlamentari dagli attuali circa 5 mila euro netti (circa 10 mila lordi) mensili a 5 mila euro lordi, con un drastico taglio degli altri benefit riconosciuti, come l’eliminazione delle indennità aggiuntive previste per i parlamentari che svolgono altri incarichi interni alle Camere di appartenenza.
È la proposta di legge sul taglio dei costi della politica che il M5S porterà lunedì in Aula e che prevede anche un intervento sugli stipendi dei componenti delle assemblee o dei consigli delle Regioni a statuto ordinario e speciale nonché delle province autonome di Trento e di Bolzano che non potranno avere assegni superiori a quelli stabiliti per i parlamentari.
E poi interventi sulla diaria, ora sostanzialmente forfettaria, per ricondurla alla sua natura di rimborso spese, limitandola ai soli parlamentari non residenti a Roma e solo per le spese effettivamente sostenute e documentate con un limite massimo di 3.500 euro.
Da documentare anche le spese per il cosiddetto esercizio di mandato e per i collaboratori. La proposta a firma Roberta Lombardi propone infine di abolire l’assegno di fine mandato e di uniformarlo al Tfr previsto per gli altri lavoratori dipendenti e di recepire a livello legislativo le delibere interne per il superamento dell’istituto del vitalizio.
Molte, infine, le voci al capitolo «trasparenza»: i cinque stelle chiedono di rendere consultabile sul sito della Camera di appartenenza il rendiconto delle spese dei parlamentari anche tramite l’estratto conto della carta di credito emessa per i pagamenti di alloggio, viaggi e soggiorni. La proposta Lombardi prevede, di contro, l’estensione ai parlamentari della disciplina sui congedi parlamentari.
Quella dei 5 Stelle non è la sola proposta di legge depositata alla Camera per intervenire sul trattamento economico dei parlamentari.
C’è quella delle deputate Pd Donata Lenzi e Sesa Amici su indennità e di rimborso spese, quella di Roberto Capelli (Des-Cd) sulle indennità aggiuntive, quella di Guglielmo Vaccaro (Misto) e quella a suo tempo presentata da Paolo Vitelli (Sc).
Tutte riducono l’importo delle indennità, sostituendo l’attuale parametro di riferimento, ossia il trattamento complessivo annuo lordo di presidente di sezione della Corte di cassazione, con un trattamento economico di altri soggetti: parlamentare europeo nella proposta Vaccaro; sindaco di comune capoluogo di regione con più di 250.000 nella proposta Lenzi-Amici; professore universitario per quella Vitelli.
Tutte le proposte prevedono poi il principio del rimborso delle spese effettivamente sostenute invece del rimborso forfetario.