Stipendi dei parlamentari e vitalizi Offensiva del Movimento 5 Stelle
14 mila euro al mese: vita da parlamentare in tempi di crisi
La proposta dei Cinque Stelle di ridurre gli stipendi dei parlamentari e di eliminare i vitalizi viene messa temporaneamente nel freezer dalla maggioranza. Il testo è stato rinviato in commissione, dopo un grande scontro sotto lo sguardo di Beppe Grillo: finisce come in tanti avevano previsto il grande «casus belli» del disegno di legge, fra i più attesi. Finisce, cioè, con uno scontro totale tra Pd e Cinque Stelle e con il partito di Matteo Renzi che, forte di una maggioranza schiacciante alla Camera, ottiene il rinvio del ddl e i secondi che, con Alessandro Di Battista, urlano la loro rabbia in piazza: «Questa è gentaglia ignobile».
Lo stipendio dei parlamentari.
5.000 euro netti al mese. Questa, sulla carta, è la retribuzione dei parlamentari italiani. Ma nelle tasche di deputati e senatori arriva quasi tre volte di più, in ragione dei numerosi rimborsi che la Camera e il Senato riconoscono ai rappresentanti del popolo italiano. Partiamo dalla Camera. Lo stipendio vero e proprio ammonta a 5.246,54 euro, cifra alla quale devono essere però sottratte le addizionali regionali e comunali, la cui misura varia in relazione al domicilio fiscale del deputato. Tenuto conto del valore medio di tali imposte addizionali, l'importo netto mensile dell'indennità parlamentare è di circa 5.000 euro. Per i deputati che svolgono un'altra attività lavorativa, l'importo netto dell'indennità ammonta a 4.750 euro.
C'è poi il capitolo dei rimborsi, che fanno la vera differenza tra la retribuzione di un parlamentare e quella di un qualsiasi impiegato o funzionario statale. In primo luogo c'è la diaria per le spese di soggiorno a Roma (attenzione, viene riconosciuta anche ai deputati che risiedono stabilmente nella capitale): si tratta di 3.503,11 euro netti. Per intascarli tutti bisogna, però, essere assidui dell'aula: per ogni giorno di assenza nei giorni di votazione vengono infatti decurtati 206,58 euro dalla busta paga del deputato. Altra voce che concorre a fare più sostanziose è quella del rimborso per le spese che i parlamentari affrontano per lo svolgimento del loro incarico: sono altri 3.690 euro. La metà di questa somma viene concessa per spese che devono essere formalmente documentate (retribuzione dei collaboratori, consulenze, ricerche, sostegno delle attività politiche).
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L'altro 50% è un forfait che arriva direttamente nelle tasche dei deputati senza bisogno di alcuna documentazione. E si arriva così ai rimborsi per gli spostamenti, dei quali beneficiano i deputati che non vivono a Roma: si tratta di 3.323 euro a trimestre (circa 1.100 al mese) che vanno a chi per arrivare da casa all'aeroporto deve percorrere meno di 100 chilometri. Il rimborso sale a 3.995 euro (1330 euro al mese) se il deputato deve percorrere più di 100 chilometri nel tragitto casa-aeroporto. I deputati usufruiscono di tessere per la circolazione gratuita su aerei, treni navi e autostrade. Dunque il rimborso serve a coprire solo le spese per gli spostamenti da e per l'aeroporto.
Spese telefoniche: 100 euro al mese di rimborso forfettario. Quindi ai deputati possono entrare in tasca fino a 13.590 euro. Situazione retributiva simile si ritrova al Senato. Anche a palazzo Madama l'indennità base è di circa 5000 euro. Poi ci sono 3500 euro di diaria, 4180 euro di rimborso per le attività legate al mandato parlamentare e 1650 di rimborso forfettario per i viaggi. I senatori guadagnano circa 750 euro in più dei deputati.