Vicenda hacker: Obama a Putin: «Basta attacchi o cominciamo anche noi»
"Voglio mandare un messaggio chiaro alla Russia e ad altri: non continuate a fare questo perché possiamo cominciare a farlo anche noi".
Lo ha detto Barack Obama a proposito degli attacchi hacker.
La Russia ha interferito sulla campagna elettorale americana ed è responsabile per aver hackerato il partito democratico: lo ha ribadito Barack Obama nella conferenza stampa di fine anno, sottolineando come "si tratta di fatti basati su una valutazione uniforme da parte di tutte le agenzie di intelligence".
"Ben poco succede in Russia senza il consenso di Vladmir Putin", ha detto quindi Obama, spiegando di non poter rivelare la prove secretate dell'azione di hackeraggio da parte della Russia: "Rivelerei le fonti e i metodi della nostra intelligence".
L'obiettivo, ha sottolineato Obama, è quello di evitare questi episodi di cyber-attacchi in futuro. "E la mia speranza - ha aggiunto il presidente Usa uscente - è che il mio successore abbia lo stesso tipo di preoccupazione e di determinazione nel combattere certe interferenze".
Le mie conversazioni con Donald Trump sono state "cordiali" e hanno incluso "suggerimenti abbastanza specifici da parte mia. Lui ha ascoltato. Non posso dire che li implementerà" ma le conversazioni sono state "cordiali e l'opposto che sulla difensiva".
Hillary Clinton ha definito le azioni di hackeraggio della Russia come "un attacco all'America" dettato da un "rancore personale" di Vladimir Putin contro di lei.
Clinton esce dunque per la prima volta allo scoperto dopo la cocente sconfitta nelle elezioni dell'8 novembre.
Sconfitta da attribuire - ha detto a Manhattan parlando ad un incontro con i finanziatori della sua campagna - alla convergenza di due eventi "senza precedenti": la pubblicazione della lettera del capo dell'Fbi sull'emailgate a pochi giorni dal voto e "l'attacco contro il nostro Paese" da parte del leader del Cremlino. In particolare la ex first lady ha sottolineato come la Russia abbia cercato di "destabilizzare la nostra democrazia" attraverso una serie di cyber-attacchi che hanno avuto come obiettivo il partito democratico.
Avallando la tesi che dietro tutto ci sia il coinvolgimento personale di Putin. Quest'ultimo si sarebbe di fatto vendicato per le affermazioni di Hillary Clinton secondo cui le elezioni parlamentari russe del 2011 erano state manipolate. "Putin mi incolpò pubblicamente - ha detto Clinton - di aver offeso il popolo russo. E' c'e' un collegamento tra quanto disse allora e quello che ha fatto in queste elezioni".
James Comey, capo dell'Fbi, e James Clapper, numero uno dell'intelligence Usa, si sono detti d'accordo con la Cia: la Russia ha interferito sulle elezioni americane per aiutare Donald Trump. Lo riporta il Washington Post citando fonti dell'amministrazione.
La convergenza di vedute sarebbe emersa - scrive il Washington Post - nel corso di un incontro svoltosi nelle ultime ore, in cui Comey e Clapper hanno avuto un ampio scambio di vedute col numero uno della Cia John Brennan.
"Qui bisogna o smettere di parlarne o mostrare finalmente qualche prova, altrimenti tutto ciò ha già un aspetto abbastanza indecente": lo ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, commentando le accuse rivolte da Washington alla Russia di un coinvolgimento nella campagna elettorale per interferire nelle presidenziali americane attraverso attacchi hacker.