Storico accordo tra Stato e Regioni: vaccini obbligatori per l'accesso a nidi e materne

C'è l' esigenza di arrivare in tempi relativamente brevi ad una legge nazionale sulla obbligatorietà delle vaccinazioni, "anche per garantire un'offerta vaccinale uniforme in tutte le zone del Paese". Anche di questo si è parlato nel corso di un incontro presso la sede del ministero della Salute, fra il ministro Beatrice Lorenzin e gli assessori delle Regioni e delle Province autonome per la verifica e l'avvio del nuovo Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2017-19. 

"Raggiunto un accordo storico tra lo Stato e le Regioni per una nuova legge nazionale che renda obbligatorie tutte le vaccinazioni previste nel Piano di prevenzione vaccinale 2017-19 su tutto il territorio nazionale", afferma il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, sottolineando come l'intesa sia stata raggiunta "all'unanimità, con il consenso di tutte le regioni". L'obiettivo è dunque rendere obbligatorie le vaccinazioni per l'accesso a nidi e scuole materne.

"Le nuove vaccinazioni contenute nel piano - ha spiegato Saitta - sono comprese nei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) e conseguentemente, come è emerso nel colloquio con il ministro, si pone l'esigenza di una condivisione Stato-Regioni del percorso applicativo. Occorre un calendario vaccinale che stabilisca le priorità e la tempistica delle somministrazioni, in modo progressivo e graduale. Un obiettivo che va raggiunto nello stesso momento in cui si ripartiranno le risorse stanziate a riguardo, 100 milioni di euro, dalla legge di bilancio. Sarà poi fondamentale attivare una campagna di comunicazione condivisa fra il ministero e le Regioni proprio per supportare l'offerta vaccinale".

Nel corso dell'incontro è stato inoltre affrontato il tema dell'attuazione dei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea). "In particolare abbiamo concordato di lavorare per un'intesa che definisca le tariffe massime per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell'ambito del servizio sanitario nazionale. Infine - ha concluso Saitta - è necessario intensificare il lavoro e il confronto con la Commissione nazionale per l'aggiornamento dei Lea, attraverso un raccordo stretto e costante fra i rappresentanti delle Regioni e quelli dei ministeri. E a riguardo sono auspicabili le prime conclusioni entro la fine di febbraio". L'assessore ha definito l'incontro "utile e importante: ha consentito di porre le basi per garantire un'applicazione omogenea del piano su tutto il territorio nazionale".

LA PROTESTA 

Il Codacons è pronto alla guerra legale contro una possibile legge nazionale sulla obbligatorietà delle vaccinazioni per l'ingresso in asili e scuole, emersa nel corso di un incontro fra il ministro Beatrice Lorenzin e gli assessori delle Regioni e delle Province autonome. Lo rende noto l'associazione, annunciando la decisione di ricorrere "in ogni sede contro una legge nazionale in tal senso, e ci rivolgeremo alla Corte europea dei diritti dell'uomo per bloccare una iniziativa che è una violenza nei confronti delle famiglie".    Questo, spiega il presidente Codacons Carlo Rienzi, "fino a che il Ministero della Salute e l'Aifa non rinunceranno all'esavalente (somministrato in Italia ai bambini senza alcuna possibilità di scelta per i genitori) in favore di vaccini singoli che consentano da un lato di rispettare le norme in vigore che individuano come obbligatori solo 4 vaccinazioni e non 6, dall'altro di far risparmiare il SSN, che eviterebbe così uno spreco di 114 milioni di euro l'anno".    "Imporre con legge nazionale la vaccinazione obbligatoria per accedere ad asili e scuole senza mettere a disposizione dei cittadini i 4 vaccini riconosciuti come obbligatori, rappresenta un illecito che - conclude Rienzi - potrebbe essere sanzionato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo".

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